Circa diecimila barili di petrolio al giorno: è quanto viene recuperato dal nuovo dispositivo che la Bp ha messo in funzione per attenuare il devastante impatto della marea nera nel Golfo del Messico. Lo ha annunciato l’amministratore delegato della Bp, Tony Hayward in un’intervista alla Bbc nella quale traccia un bilancio delle prime ore di funzionamento del “tappo” approntato ieri 5 giugno. Per Hayward il recupero del petrolio va meglio del previsto: si tratterebbe di circa metà della perdita che il responsabile ha quantificato il 12-19 mila barili al giorno.
“Al momento – ha detto – è difficile quantificare, ma ci attendiamo che si arrivi a recuperare la maggior parte del petrolio”. Nell’intervista il leader del gruppo petrolifero afferma che la Bp fermerà la perdita e ripulirà tutto ripristinando le condizioni ambientali precedenti.
Il dispositivo installato per arginare il fiume di petrolio, secondo fonti della Guardia Costiera, in prospettiva migliorerà ancora la prestazione.
Mentre il Presidente Barack Obama ha promesso di mobilitare “tutte le risorse” della sua amministrazione per far fronte alla più grave tragedia ambientale degli Stati Uniti, il gigante petrolifero Bp fa sapere che non sfuggirà alle sue responsabilità e procederà nel pagare risarcimenti alle vittime della marea “per tutto il tempo che sarà necessario”.
Rispondendo alle pressioni nazionali e internazionali e facendo fronte alle accuse dello stesso Obama circa i dividendi da favola che la Bp si appresta a distribuire, il responsabile dei risarcimenti del gruppo, Darryl Willis, ha detto in una conferenza stampa a Orange Beach, in Alabama: “Finora non abbiano rifiutato alcuna domanda…Pagheremo fino a che tutto questo non sarà finito… saremo presenti fino a quando la gente non tornerà alla sua vita normale”.
Bp ha già pagato 46 milioni di dollari alle vittime della marea nera e ritiene che nel mese di giungo verserà altrettanto. L’amministratore delegato di Bp, Tony Hayward, ha espresso da parte sua in un’intervista al Sunday Telegraph, la certezza che il gruppo non sfuggirà alle sue responsabilità anche se il pensiero delle dimissioni dopo la tragedia della marea nera, lo ha sfiorato. “Penso che la reazione delle persone sia stata assolutamente comprensibile per l’enormità di quanto è accaduto. Io stesso – ha detto ancora Hayward – sono arrabbiato e frustrato”.
Intanto però, l’attivismo di Obama e di molti commentatori statunitensi provoca malumori dall’altra parte dell’Atlantico. In Gran Bretagna c’è insofferenza per quella che viene definita “retorica anti-britannica” e viene criticata duramente la disinvoltura con cui l’incidente viene attribuito alla “British Pretroleum”. È quell’insistenza sull’aggettivo “british” a non piacere.
Anche un membro autorevole del nuovo governo di centrodestra, il ministro delle Attività produttive Vince Cable, ha preso posizione facendo notare come la compagnia abbia da tempo cambiato nome, diventando semplicemente “Bp”, e come la natura multinazionale della stessa non la qualifichi come azienda britannica.