Il presidente di Bp, Carl Svanberg e’ stato costretto a chiedere scusa per aver parlato di “gente di poco conto” riferendosi alle popolazioni colpite dalla marea nera provocata dalla sua azienda nel Golfo del Messico. “Mi sono espresso goffamente e sono davvero dispiaciuto”, ha detto in un comunicato, fatto seguire alle osservazioni espresse dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa, Barack Obama.
“Quello che stavo tentando di dire -cioe’ che Bp comprende come tocchi profondamente la vita delle persone che vivono sul Golfo e che dipendono da esso per la loro sopravvivenza – sara’ meglio non tradurlo con le parole ma con il lavoro che stiamo facendo per rimettere le cose a posto per le famiglie e le aziende danneggiate”.
Al termine dell’incontro alla Casa Bianca, Svenberg, che e’ svedese, aveva chiesto scusa per la fuoriuscita di petrolio e aveva cercato di esprimere la sua preoccupazione per le persone colpite dal disastro: “Sento dire talvolta che le grandi compagnie petrolifere sono aziende avide e senza scrupoli. Ma questo non e’ il caso della Bp. Noi ci preoccupiamo della gente di poco conto”.
Le scuse in cui si è profuso Svanberg saranno ripetute giovedi – a quanto ha appreso l’Associated Press – dall’amministratore delegato di BP Tony Hayward quando comparirà in Congresso per spiegare esattamente ai deputati cosa è accaduto. Hayward dirà di essere ”personalmente distrutto” dal dolore per i tremendi danni causati lungo le coste del Golfo del Messico dal petrolio della piattaforma affondata Deepwater Horizon che continua a fuoriuscire al ritmo di 60 mila barili al giorno. Nelle dichiarazioni al Congresso Hayward dirà anche che l’esplosione e l’affondamento della Deepwater Horizon ”non avrebbe mai dovuto accadere”
La Bp ha intanto comunicato che pare funzionare come previsto il nuovo sistema messo a punto per eliminare petrolio dal Golfo. In aggiunta al nuovo dispositivo che ha già raccolto nella prime 12 ore della giornata di mercoledì 7.040 barili di petrolio, nel tardo pomeriggio è entrato in funzione anche un nuovo dispositivo capace di bruciare completamente il petrolio. Nelle prime 11 ore da quando è entrato in funzione ha già eliminato l’equivalente di 1.250 barili di petrolio. I tecnici stimano che entrambi i sistemi, quando saranno a regime, saranno in grado di ‘lavorare’ fino a 28 mila barili al giorno.
Per far fronte all’astronomica cifra di 20 miliardi di dollari per ripulire il golfo e indennizzare quanti sono stati rovinati dal greggio arrivato sulle coste del Golfo, Svanberg ha annunciato che la BP annullerà tre dividendi: quello sche scade il 21 giugno, oltrechè quelli del secondo e terzo trimestre. Ma 20 miliardi di dollari potrebbero non bastare per rimettere le cose a posto: i media americani riferiscono infatti che sopra quei 20 miliardi non c’è un tetto, e che si vedrà in seguito se saranno sufficienti.
Ogni giorno che passa si scoprono nuovi disastrosi effetti provocati dalla marea nera. L’ultima vittima della fuoriuscita di greggio (la Bp ritiene di riuscire ad intercettarne circa 28.000 barili al giorno quando i sistemi messi in atto per catturare il petrolio saranno a regime) è, secondo la Cnn, un pesce poco conosciuto. Il nome scientifico è halieutichthys aculeatus, ma è più noto come il pesce pancake della Louisiana.
Fino ad ora di pesci pancake si era riusciti ad osservarne non più di 4 o 5 nell’ambiente marino, visto che lo strano pesce vive a circa 1500 metri di profondità. Ora però rischia l’estinzione prima ancora che possa essere studiato a fondo. E sarebbe un peccato oltre che un danno all’ecosistema, visto che gli scienziati ritengono sia un elemento importante della catena alimentare nel Golfo del Messico.
La possibile estinzione del pesce pancake apre un capitolo importante su uno dei danni più gravi che sta portando la finora ininterrotta fuoriuscita di greggio. Gli scienziati ritengono che circa il 98% delle specie marine presenti nelle acque del Golfo del Messico sia tuttora sconosciuta. E che rischi di estinguersi prima ancora che si riesca ad apprendere della sua esistenza a causa della presenza di petrolio anche a grandi profondità.