La marea nera che si avvicina alle coste della Louisiana potrebbe essere data alle fiamme: la Guardia Costiera sta pensando a una serie di incendi controllati per evitare che la chiazza di petrolio killer creata dopo l’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon danneggi irreparabilmente il delicato eco-sistema costiero del Golfo del Messico.
“Stiamo pensando a incendi controllati”, ha detto la responsabile della Guardia Costiera Mary Landry. Finora gli sforzi congiunti delle autorità statali e federali e del colosso del petrolio Bp non sono riusciti a fermare la marea bituminosa né a contenere la perdita sottomarina. Non è ancora chiaro il punto di impatto della chiazza di petrolio ma i meteorologi hanno previsto che se i venti e le correnti continueranno come previsto, il punto di impatto potrebbe essere l’area del Delta del Mississippi, fragile habitat di innumerevoli specie di pesci e di uccelli che lì vengono a riprodursi. La decisione finale sugli incendi non è stata ancora presa: “Stiamo valutando i pro e i contro”, ha detto la Landry.
Ci sono precedenti di incendi controllati in casi come quello del Golfo del Messico. I vantaggi sono la possibilità di eliminare dal 50 al 90 per cento del petrolio contenuto dentro un sistema di paratie. Lo svantaggio nasce dal “pennacchio di fumo nero” capace di contaminare l’aria di particelle nocive.