Il columnist Michael Barone del quotidiano conservatore Washington Examiner attacca il presidente Barack Obama riguardo a come la sua amministrazione ha reagito di fronte al disastro causato dalla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, e arriva molto vicino a chiamarlo ”mascalzone”.
”La mascalzonaggine è sgradevole – scrive Barone – e la mascalzonaggine inefficiente lo è ancora di più. Il che può essere una delle ragioni per cui tanti americani hanno reagito negativamente di fronte al comportamento dell’amministrazione.
Esaminate con attenzione la frase di Obama mentre durante la crisi si stava consultando con gli esperti: ”Voglio sapere chi esattamente devo prendere a calci nel sedere”. Attaccare gli altri è una collaudata tattica in campagna elettorale quando si è nei guai, e certamente BP, che nel Golfo del Messico sembra aver intrapreso dubbie scorciatoie nella trivellazione, è un bersaglio attraente.
Ma non è sempre in quel modo che si ha la meglio nelle dispute. La Casa Bianca di Obama se l’è presa con Dick Cheney riguardo alla questione degli interrogatori dei terroristi. Poi si è scoperto che più americani stavano con Cheney che con Obama.
Poi c’e’ la decisione – continua Barone – di imporre una moratoria di sei mesi sulle trivellazioni sul fondo del Golfo del Messico. Questo penalizza le compagnie che nel campo della sicurezza hanno un passato migliore della BP e convincerà molti a trivellare in campi esteri offshore.
Barone se la prende poi con la decisione di Obama di non sospendere temporaneamente il Jones Act, che fa divieto alle navi battenti bandiere straniere di intervenire per contribuire ad aiutare a fermare la marea nera, cosa invece fatta subito da George Bush in occasione dell’uragano Katrina.
Il columnist inoltre commenta le manovre di Obama nell’ottenere dalla BP il fondo di 20 miliardi di dollari per l’indennizzo di persone e cose dei danni provocati dalla marea nera. Essendoci di già leggi atte ad assicurare che la BP faccia fronte alle sue responsabilità, ha detto bene il deputato repubblicano Joe Barton quando ha definito i soldi ottenuti dal presidente ”una estorsione”.
Barone conclude la sua column citando il settimanale britannico The Economist, secondo cui i mercati vedono Obama come ”una versione americana di Vladimir Putin”. Ma, aggiunge Barone, ad eccezione del fatto che Putin è un mascalzone efficiente.