Marea nera, quarta visita di Obama nel Golfo: “La BP dovrà sborsare miliardi di dollari per indennizzare i danni”

Nel tentativo di mostrare agli americani di che stoffa è fatta la sua leadership in una crisi, il presidente Barack Obama torna per la quarta volta sulle coste del Golfo del Messico contaminato dal petrolio prima di rivolgere un discorso teletrasmesso alla nazione martedì avente come argomento la catastrofe ecologica e cosa aspettarsi nelle settimane che verranno, a quanto riferisce l’Associated Press.

Prima di cominciare lunedi la sua visita di due giorni nel Mississippi, in Alabama e in Florida, la Casa Bianca ha annunciato che Obama imporrà alla BP di creare un fondo di indennizzo per i danni e le vittime del disastro che, secondo notizie di fonti congressuali, potrebbe arrivare a 20 miliardi di dollari.
Il discorso che Obama pronuncerà martedi sarà il primo ad essere teletrasmesso direttamente dall’Ufficio Ovale della Casa Bianca da quando è stato eletto presidente.

Dal canto suo la BP ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che i suoi costi per arginare la marea nera sono saliti a 1,6 miliardi di dollari. La somma include le spese per costruire una serie di isole artificiali a difesa delle coste della Louisiana.

Le prime tre visite di Obama nel Golfo lo hanno portato in Louisiana, lo stato finora maggiormente colpito dal disastro. Lunedì, cinquantaseiesimo giorno da quando la piattaforma petrolifera della BP Deepwater Horizon è esplosa riversando nel golfo un fiume di greggio, Obama si reca a Gulfport, Mississippi, proseguendo poi lungo la costa per l’Alabama e la Florida.

Il presidente incontrerà funzionari statali e locali, tutti ansiosi di vederlo al comando della situazione e sapere quando arriveranno altra forza lavoro e provviste di vario genere. Obama dirà anche che nonostante la catastrofe che ha messo in ginocchio l’industria ittica e turistica, molte spiagge sono ancora aperte.

L’amministrazione ha annunciato che la BP ha risposto ad una lettera inviatale durante il weekend in cui la si sollecita ad accelerare il sistema con cui viene travasato il petrolio che continua a fuoriuscire dal pozzo guasto.

Nella sua replica la BP precisa che il suo obiettivo è di travasare 8 milioni di litri di greggio al giorno entro la fine di giugno, di contro al milione e 300 mila litri attuali. Secondo gli esperti dell’amministrazione, 8 milioni di litri al giorno è la quantità giornaliera che fuoriesce attualmente.

Sebbene la BP stia travasando quantità significative di petrolio dal pozzo, sito a 1,500 metri di profondità sul fondo del Golfo, la perdita non sarà otturata prima di agosto. Stime più accurate della tragedia hanno messo in luce la sua enormità. I calcoli dicono che finora sono finiti in mare 200 milioni di litri di greggio, assai più di quanto disperso nel disastro della Exxon Valdez.

Gli Stati Uniti devono quindi prepararsi per una lunga estate calda con petrolio e gas vomitati dal fondo dell’oceano che mandano in rovina i residenti, distruggono preziose paludi e avvelenano pellicani, tartarughe ed altra fauna. Nel discorso di martedì Obama dovrà mostrarsi capace di guidare il Paese in un questa fase critica e di indicare specificamente cosa occorrerà fare per fermare la marea nera, ripulire le aree inquinate e affrontare le richieste di indennizzo.

Mercoledì Obama si incontrerà per la prima volta con il gruppo dirigente della BP, incluso il controverso Ceo Tony Hayward. Il presidente dirà ai suoi interlocutori di creare un fondo di indennizzo di miliardi di dollari per la gente e le aziende danneggiate dal petrolio. Dal canto suo la BP conta di posticipare il pagamento del suo dividendo del secondo trimestre e depositare il ricavato in garanzia fino a quando saranno accertate tutte le responsabilità dell’azienda.

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lgermini