Marea nera: 40 mila barili al giorno nel mare. Il presidente di Bp vedrà Obama il 16

Gli scienziati hanno raddoppiato le stime del petrolio che alimenta ogni giorno la marea nera (40 mila barili al giorno anziché 20 mila) e il presidente Barack Obama convoca alla Casa Bianca il presidente della Bp Carl Henric Svanberg. Ma da Washington l’ amministrazione americana smussa le tensioni con Londra: Stati Uniti e Gran Bretagna stanno cercando di evitare che il disastro ambientale provocato dalla BP nel Golfo del Messico diventi anche un nodo politico tra Washington e Londra.

Il nuovo premier britannico David Cameron, parlando per la prima volta della vicenda, ha offerto l’aiuto del suo governo ed ha anticipato che avrà molto presto un colloquio telefonico col presidente americano Barack Obama dedicato al problema.

I nuovi dati, basati anche sull’impiego di telecamere ad alta risoluzione più potenti per sorvegliare il punto di fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico, parlano adesso di un flusso giornaliero oscillante tra i 20 e i 40 mila barili di petrolio. Una delle cause dell’aumento può essere attribuita, secondo gli esperti, alla decisione di tagliare la conduttura di uscita del petrolio per sistemarvi sopra una cupola che sta ‘risucchiando’ parte del liquido inquinante. I tecnici della BP avevano anticipato che il taglio della conduttura avrebbe potuto peggiorare inizialmente la situazione. La cupola installata ha prelevato circa 15 mila barili al giorno dal punto di fuoriuscita nell’oceano.

Il presidente Obama, che ha ricevuto ieri i familiari delle undici vittime della esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater, ha detto che non è possibile per il momento riprendere le trivellazioni nelle acque profonde finché non saranno state adottate “tutte le misure di sicurezza per fare in modo che questa tragedia non possa ripetersi”. L’amministrazione Obama ha sottolineato che il disastro ambientale causato dalla compagnia britannica BP “non ha creato tensione tra Londra e Washington”.

“La BP è una compagnia privata – ha affermato il portavoce del dipartimento di stato Philip Crowley – Il problema nato tra gli Stati Uniti e una compagnia provata non andrà assolutamente ad incidere nei rapporti col il nostro alleato più stretto”. L’amministrazione Obama ha comunque ribadito che il contribuente americano “non pagherà un centesimo” per le operazioni di pulizia del disastro ambientale causato dalla marea nera. Anche la Casa Bianca ha insistito su questo punto: “La BP, come parte responsabile del disastro, pagherà per tutte le operazioni di risposta, pagherà per i danni ambientali causato e pagherà per i danni economici subiti dai lavoratori dell’area colpita”.

Se ne parlerà nei colloqui di Svanberg la prossima settimana a Washington. Il presidente di Bp sarà il 16 giugno alla Casa Bianca mentre l’indomani l’amministratore delegato di Bp Tony Hayward testimonierà a Capitol Hill. Bp si impegnata a rimborsare tutte le vittime. Ma le autorità americane hanno sollecitato la compagnia petrolifera a “rendere più trasparenti possibili” questi rimborsi e ad “accelerare al massimo” i tempi di pagamento. La speaker (presidente) della camera Nancy Pelosi ha detto oggi che la BP non dovrebbe pagare dividendi ai suoi azionisti finché non avrà rimborsato tutte le spese e i danni alle vittime della marea nera.

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