Marea nera: parte l’operazione tartaruga, migliaia di uova in salvo

Salvare le tartarughe marine: è la prossima, incerta battaglia degli ambientalisti che, nel Golfo del Messico, devono fronteggiare i danni della marea nera. Esperti di fauna selvatica statunitensi si stanno preparando a raccogliere decine di migliaia di uova di tartarughe marine e a trasportarle a chilometri di distanza. Il progetto è di spostare tra i 700 e gli 800 nidi di uova appena sepolti sulle spiagge sabbiose dell’Alabama (la gran parte dei nidi di tartaruga deposti nel nord del Golfo del Messico). “Spostare i nidi di tartarughe a seconda del caso, nido per nido, in numeri molto piccoli, è stato già fatto (nel passato, ma) non era mai stata presa nemmeno in considerazione di farlo su vasta scala”, spiega il portavoce dello Us Fish and Wildlife Service, Charles Underwood. “Non è mai stato tentato in nessuna altra parte del mondo”.

La gran parte dei nidi in questione sono quelli della tartaruga caretta, una tartaruga marina comune anche nel Mar Mediterraneo, che adulta arriva a pesare una media di 113kg. La caretta è la più diffusa delle cinque specie minacciate che abitano la costa del Golfo del Messico. La preoccupazione per la sorte delle tartarughe è particolarmente viva perchè l’inizio del disastro provocato dal pozzo della Bp ha coinciso con la stagione degli amori di tali rettili.

La strategia decisa non è mai stata testata altrove, ma lasciare i nidi alla loro sorte vorrebbe dire segnarne il destino: se si lasciassero schiudere i nidi indisturbati, le baby-tartarughe appena nate finirebbero probabilmente per nuotare direttamente nel mezzo della massa di petrolio “sputata” dal pozzo in fondo al Golfo del Messico.

“Di sicuro, una condanna a morte”, prevede Underwood. “Perderemmo la gran parte di loro, se non tutte”. Di qui, l’idea dell’operazione tartaruga: nei prossimi giorni, le squadre di tecnici inizieranno a dissotterrare con grande attenzione le uova dai nidi, le collocheranno in speciali contenitori coperte di sabbia e e le spediranno su camion fino alla costa atlantica della Florida. Lì le uova saranno tenute in ambienti a temperatura costante fin quando l’incubazione sarà completa e inizieranno a schiudersi: a quel punto i cuccioli saranno portati a mano alla spiaggia e lasciati sul bagnasciuga. Si calcola che saranno salvati 50mila baby-tartarughe (ipotizzando che sopravvivano all’operazione circa 70 uova di ciascuno dei 700 nidi).

Il successo dell’operazione è un’assoluta incognita, ma i biologi stanno mettendo a punto ogni dettaglio: a cominciare dal posizionamento delle uova nei contenitori, che dovrà essere il più simile possibile a quello del nido.

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luiss_vcontursi