Marea nera: perdita nei pressi del pozzo Macondo

Una perdita di idrocarburi è stata individuata sul fondo del Golfo del Messico e il coordinatore federale Thad Allen ha chiesto a Bp di presentare un piano per riaprire rapidamente il pozzo Macondo chiuso da oltre tre giorni da una struttura di contenimento.

“Chiedo una procedura scritta per aprire la valvola il prima possibile nel caso in cui la perdita di idrocarburi debba essere confermata”, ha scritto l’ex ammiraglio Allen al responsabile di Bp, Bob Dudley.

La lettera è il primo segno tangibile di un braccio di ferro sotterraneo tra governo federale e Bp. Il colosso del greggio vorrebbe continuare a tenere chiuso il pozzo con il “tappo” installato tre giorni fa fino all’attivazione di un pozzo alternativo che dovrebbe risolvere definitivamente la perdita della marea nera.

Già nella giornata di domenica Allen aveva espresso perplessità: “Bisogna capire bene il perché dei valori di pressione più bassi del previsto”, aveva detto l’ex ammiraglio in una conferenza stampa suggerendo due ipotesi di lavoro: che il pozzo è in esaurimento come sostiene Bp, o che c’è una perdita ancora non individuata.

Una tragedia nella tragedia che potrebbe portare a “danni irreparabili” se il petrolio dovesse cominciare a tracimare da “molti punti del fondo marino”. Che Cameron arrivi da Obama senza che le tv inquadrino a doppio schermo il geyser di greggio assassino è cosa che per la verità farebbe piacere a tutti, britannici e americani, ma per il governo americano la difesa del’ecosistema ferito del Golfo del Messico passa davanti a tutto: “Siamo contenti che non ci sia più petrolio che fuoriesce nel Golfo del Messico – aveva detto Allen – ma tutte le decisioni delle prossime ore devono essere dettate dalla scienza”.

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Alessandro Avico