Dal 70% al 79% del petrolio perso dalla piattaforma Deepwater Horizon è ancora nel Golfo del Messico. Ad affermarlo è uno studio condotto da un gruppo di scienziati della University of Georgia, che basandosi sulle stime ufficiali comunicate dalle autorità, ha rivisto completamente i risultati ufficiali.
Lo studio, che non è stato ancora pubblicato ma i cui risultati sono stati anticipati oggi dal Wall Street Journal, rileva che Bp e le autorità Usa nelle loro stime si sono limitate a quantificare il petrolio sciolto o evaporato in superficie. Ma secondo Charles Hopkinson, della Università della Georgia, sotto la superficie del mare vi sarebbe ancora una quantità di greggio difficile da quantificare, ma che secondo calcoli basati su un modello matematico preciso dovrebbe corrispondere al 70-79% del petrolio fuoriuscito dalla piattaforma.
Se si considera che Bp ha confermato in 4,9 milioni di barili il petrolio perso nel Golfo, in base a queste stime vi sarebbero ancora oltre 3 milioni di barili di petrolio dispersi nelle profondità del Golfo. Nello studio si dimostra che è impossibile che tutto il petrolio si sia dissolto o sia evaporato. ”Il petrolio è ancora là fuori – ha commentato Hopkinson – e ci vorranno anni prima che scompaia davvero. Siamo ancora molto lontani dalla comprensione reale su quale sarà l’impatto ecologico”.