Il test di integrità , prorogato da sette giorni di 24 ore in 24 ore, non ha dato finora controindicazioni. Le ”anomalie sismiche” registrate nella prima fase sono scomparse, e Allen ha precisato che non c’è quindi ragione per procedere diversamente. L’ammiraglio ha riferito che l’evacuazione delle navi impegnate nella zona del pozzo Macondo durerà ”probabilmente 48 ore”, ma continueranno fino all’ultimo le operazioni di monitoraggio del pozzo, ”almeno fino a che le condizioni meteo lo consentiranno”, ha precisato la stessa BP.
Questo stato di cose comporterà comunque inevitabili ritardi nella pulitura. Allen nel dare l’ordine di procedere con l’evacuazione ha parlato di 10-14 giorni di ritardo. Si prevede infatti che la tempesta Bonnie, per quanto considerata minore (venti inferiori ai 65 km/h), avrà comunque la forza di tornare a disperdere il petrolio, nelle ultime settimane circoscritto dagli oltre 200 ‘skimmer’ (apparecchiature per separare l’acqua dal petrolio) che lavorano nella zona.
La tempesta toccherà le coste della Florida nella notte, ma non dovrebbe raggiungere la zona del Golfo antistante la Louisiana dove si trova l’origine della marea nera. Per precauzione, però, le autorita’ hanno comunque ritenuto opportuno procedere con l’ evacuazione, anche se non totale. ”I battelli che effettuano i rilievi sismologici, acustici e che controllano i robot sottomarini resteranno in zona il più a lungo possibile” ha precisato Allen.
Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, così come quella della Florida, Charlie Crist, hanno diffuso l’allerta alla popolazione, anticipando la possibile proclamazione dello stato d’emergenza. Nello stesso tempo la first lady Michelle Obama si è recata per la seconda volta nel Golfo per dire alla gente che ”questa amministrazione è al vostro fianco”. In un porto del Mississippi ha poi tenuto a battesimo – prima first lady a farlo – una nave della Guardia Costiera.