Marea nera, Transocean accusa Bp per il disastro : “Ignorò i rischi”

Le immagini del disastro della marea nera di un anno fa

NEW YORK – Un disastro da milioni di dollari, un pozzo esploso a una profondità di 1.500 metri da cui uscirono un anno fa quasi 5 milioni di barili di petrolio: ancora non è finito il ping pong di accuse per le responsabilità della marea nera.

La British Petroleum si è accordata con il governo americano per un fondo di risarcimento alle vittime per complessivi 20 miliardi di dollari, ma adesso in un dettagliato rapporto Transocean, proprietaria della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico ha accusato il gigante petrolifero britannico d’aver ignorato i rischi.

Sarebbero state le decisioni di Bp, secondo Transocean, a “compromettere” la piattaforma e a causare con un effetto domino la tragedia. Secondo il colosso dunque il suo rivale non sarebbe riuscito a valutare, gestire e quindi comunicare i pericoli in tempo e una volta creata la falla la marea nera sarebbe stata dunque inevitabile.

In un dossier da 854 pagine Transocean snocciola tutte le sue accuse contro Bp, senza mai esplicitamente discolparsi del tutto. Il gigante petrolifero aveva presentato formale denuncia nei confronti della società svizzera proprietaria della piattaforma Deepwater Horizon. Per Bp fu per ”negligenze’ legate alla manutenzione di quell’impianto che avvenne l’incidente, per ”insufficienze strutturali” se la piattaforma affondò e per questo chiede risarcimenti per complessivi 40,9 miliardi di dollari anche dalla americana Cameron International Corporation, il gruppo texano che intervenne nella prima fase dell’emergenza marea nera per ”mettere il tappo” alla fuga di petrolio.

I legali di Transocean dal canto loro hanno presentato una contro-denuncia nei confronti della BP, chiedendo danni per un miliardo di dollari.

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