La marea nera nel Golfo del Messico allarma l’Europa, che vuole lanciare entro la fine di settembre nuovi standard di sicurezza per le trivellazioni offshore puntando ai massimi livelli tanto nella operatività dei pozzi quanto nei meccanismi di prevenzione dei disastri. Nell’attesa la Commissione di Bruxelles insiste su una moratoria, che però non piace alle compagnie petrolifere.
Ma il commissario europeo per l’energia, il tedesco Guenther Oettinger, da’ loro un avvertimento: ”Fermarsi in attesa dei nuovi standard di sicurezza conviene anche a voi”. Oettinger lo ha detto al termine del terzo giro di incontri (dopo quelli dell’11 maggio e del 22 giugno) con il commissario all’ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, ed i rappresentanti di 22 compagnie petrolifere che operano in Europa (numero in crescita rispetto ai 18 del secondo incontro).
Ed è stato proprio Potocnik ad evocare il tema di maggior preoccupazione: quello della responsabilita’ civile. Il commissario, nella conferenza stampa tenuta dopo la tavola rotonda ed in presenza di Michael Engell-Jensen direttore generale della Ogp (associazione internazionale dei produttori di gas e petrolio), si è infatti chiesto: ”Cosa succederebbe se un incidente capitasse in un impianto gestito da una piccola compagnia che non ha i mezzi per coprire le spese dei danni?”.
La domanda ha fatto luce sul fatto che non tutte le compagnie sono assicurate contro i disastri e, soprattutto, che solo le maggiori hanno le risorse per poter far fronte ai risarcimenti di cui, ad esempio, si dovrà far carico Bp per il Golfo del Messico. Engell-Jensen infatti ha spiegato che esiste ”un fondo di garanzia che coinvolge le maggiori industrie” ma, appunto, non le piu’ piccole e le piu’ a rischio. Prima di arrivare a definire i nuovi standard di sicurezza, la Commissione rileva che le licenze di trivellazione vengono comunque concesse dalle autorità nazionali.
Ciò implica che anche la moratoria alla quale Oettinger ha detto di puntare ”è di competenza nazionale”. Ma ”sin da stasera” avvierà le consultazioni con i ministri dei 27 paesi membri. Sui quali è facile immaginare che i petrolieri faranno pressioni, visto che Engell-Jensen sul tema ha sostenuto che ”in Europa il livello di sicurezza è già accettabile, dal Golfo del Messico si imparerà qualcosa, i controlli saranno più stretti ma chiediamo che si continuino ad esaminare le richieste di trivellazione”.