Montichiari, cani denutriti e poi spediti in laboratorio

MONTICHIARI (BRESCIA) – Un canile dove vengono allevati 2.500 beagle, nutriti e curati (non si sa bene fino a che punto) per poi essere spediti nei laboratori di tutto il mondo. Una battaglia che va avanti da più di un anno con marce di protesta e persino tentativi di incursione da parte degli inviati di Striscia la notizia. Davanti a questo scenario si è attivata la Procura della Repubblica di Brescia che ha aperto un fascicolo per maltrattamenti agli animali. Il canile di Green Hill, a Montichiari, ha suscitato l’indignazione popolare, le reazioni della Lav (la Lega anti vivisezione) e la nascita del movimento “Fermiamo Green Hill”.

Persino il ministro Michela Vittoria Brambilla ha alzato la voce contro il canile della vergogna. L’iniziativa del ministero del Turismo si è tradotta in un esposto contro Green Hill consegnato alla Procura della Repubblica, ma anche al Nucleo tutela della salute e al Nas dei carabinieri. Si chiede di “accertare se all’interno dell’allevamento avvengano delle violazioni in materia di tutela del benessere degli animali e violazioni della disciplina igienico sanitaria”. E si propone di adottare “provvedimenti cautelari, compreso il sequestro degli animali detenuti nella struttura”.

La mossa del ministro, nota fin qui per la sua sensibilità e per l’amore per gli animali, più che i successi legati alla attività del suo Ministero è solo un altro dei tasselli della vicenda del canile lager. Infatti gli attivisti non si placano e per il 19 novembre è prevista una nuova manifestazione di protesta organizzata dal coordinamento “Fermiamo Green Hill” con partenza davanti al municipio di Montichiari. L’iniziativa allarga il tiro e non guarda solo al canile incriminato: l’obiettivo è lanciare un messaggio in favore degli animali che sono sottoposti a sperimentazione nei 600 laboratori italiani. Anche perché fino a prova contraria, non è accertato che Green Hill abbia violato la legge sui maltrattamenti di animali. “Vorremmo fare in modo – spiegano dal coordinamento – che il corteo rappresenti la protesta decisa ed inequivocabile di migliaia di individui che si oppongono all’industria della vivisezione”.

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Alberto Francavilla