Paradiso per i non fumatori e infermo per i fumatori. Con l’ultima iniziativa del sindaco Michael Bloomberg, New York City è probabilmene diventata la metropoli mondiale dove la vita per i tabagisti è la più dura, molto più dura.
Dopo aver bandito nel 2002 il tabacco in ogni sua incarnazione nei bar, nei ristoranti e nei locali pubblici, ora Bloomberg ha varato lo stesso provvedimento per i parchi cittadini (niente fumo a Central Park), per le spiagge, per le zone pedonali come quelle di Times Square e per i bordwalks, le piattaforme sopraelevate di legno che costeggiano gli arenili, come a Coney Island.
Il bando entrerà in vigore tra 90 giorni, il che significa che quest’estate coloro che lo violeranno dovranno pagare multe di 50 dollari. La guerra contro il fumo a New York è stata emulata da molte altre città degli Stati Uniti. Anche cinque di esse hanno vietato il fumo nei parchi. New York è anche la città dove le sigarette si vendono a peso d’oro, più o meno come in Italia: 5,85 dollari a pacchetto (4,24 euro), il prezzo più alto in tutti gli Stati Uniti.
I sostenitori delle guerre al tabacco rilevano che le draconiane leggi newyorchesi hanno avuto positive ripercussioni nel resto del Paese. Secondo i dati dei Centers for Disease Control, nel 2009 a livello nazionale fumava solo il 20,6 per cento degli adulti e il 19,5 per cento degli studenti liceali. A New York i fumatori adulti sono ridotti al 15,8 per cento, e la percentuale tra i liceali è crollata all’8,4 per cento.
