Circa cinque anni, con un costo complessivo di 4-5 miliardi. Tanto รจ necessario per la costruzione di una centrale nucleare, dalla prima gettata di calcestruzzo all’avvio della produzione vera e propria. Se, come confermato oggi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l’Italia porrร la prima pietra della sua prima centrale nel 2013 รจ dunque plausibile che i primi kilowattora di energia prodotti dall’atomo arriveranno nel 2018.
Una data piรน volte indicata come traguardo raggiungibile sia dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che dall’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti. Ad oggi restano innanzitutto ancora da individuare i siti dove posizionare le quattro centrali che garantiranno la prima fase del ritorno del Paese al nucleare. Per sapere quali saranno ci vorranno, ha sempre sottolineato il governo, almeno tre anni. Da qui, quindi, l’indicazione del 2013 come momento di avvio dei lavori. Fra i nomi che puntualmente ritornano come siti papabili ci sono Caorso, nel Piacentino, Trino Vercellese (Vercelli), Montalto di Castro (Viterbo), Termoli, in provincia di Campobasso, Porto Tolle (Rovigo), Monfalcone (Gorizia) Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento), Oristano e Chioggia (Venezia).
Alcuni sono giร stati sede di impianti poi chiusi in seguito al referendum del 1987 ma, anche se si dovessero ricostruire le centrali negli stessi luoghi, i tempi non si accorcerebbero. Anzi: in 20 anni le tecnologie sono profondamente progredite ed avviare una centrale in un sito giร utilizzato significherebbe non ristrutturare la precedente ma doverla smantellare completamente per costruirne una nuova. I tempi di costruzione variano quindi, in primo luogo, a seconda delle caratteristiche geofisiche del posto dove la centrale viene realizzata e, in secondo luogo, a seconda delle tecnologie utilizzate. Escludendo la necessitร di opere di ingegneria piรน o meno significative (scegliendo cioรฉ un sito perfettamente antisismico, con presenza d’acqua, spazio edificabile ecc…) ed adottando il reattore Epr, l’European Pressurized Reactor di terza generazione avanzata, la fase di lavori – che รจ possibile avviare solo una volta ricevute tutte le autorizzazioni necessarie – si aggira in media, secondo gli esperti del settore, sui 54 mesi, ovvero 4 anni e mezzo, con un costo compreso tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
In base agli accordi stipulati da Enel e Edf, i due gruppi costruiranno in Italia quattro nuove unitร nucleari, nelle quali verranno installati reattori EPR di ultima generazione con una capacitร di circa da 1.600 Mw. Ogni reattore, per dare una idea della capacitร di generazione, potrร cioรฉ alimentare una cittร come Roma. Per raggiungere l’obiettivo indicato dal governo di arrivare entro il 2030 a coprire il 25% del fabbisogno energetico nazionale con fonti nucleari, il Paese avrร bisogno di 8 reattori di simile portata.
