ROMA – A 25 anni di distanza dal disastro di Chernobyl, in Ucraina si registrano ancora alti livelli di contaminazione radioattiva in molti alimenti di base, come latte e funghi. E’ il risultato di uno studio di Greenpeace. A marzo 2011, infatti, gli esperti di radiazioni dell’associazione hanno raccolto e analizzato 114 campioni di prodotti alimentari nelle aree di Rivnenska Oblast e Zhytomyrska Oblast e, per confronto, in varie località nell’area di Kiev.
In un villaggio della regione di Rivnenska, Greenpeace ha trovato concentrazioni di cesio-137 che nel 93% dei campioni di latte analizzati eccedono di un fattore compreso tra 1.2 e 16.3 volte i livelli previsti per i bambini in Ucraina.
”Le nostre analisi – spiega Iryna Labunska, esperta di Greenpeace International – hanno riscontrato alti livelli di radioattività, dovuti alla catastrofe di Cernobyl, in molti campioni di alimenti. I livelli di contaminazione più alti sono stati rinvenuti in alimenti di base come latte e funghi”.
In Ucraina, ricorda l’associazione, 18.000 chilometri quadrati di terreni agricoli sono stati contaminati in seguito all’esplosione di Cernobyl e si stima che il 40% dei boschi, pari a una superficie di 35.000 km2, siano contaminati. Negli ultimi due anni, precisa Greenpeace, il governo ucraino non ha più effettuatole analisi dei prodotti alimentari provenienti dalle aree contaminate.
”Dopo 25 anni le persone residenti a centinaia di chilometri da Cernobyl – denuncia Aslihan Tumer, responsabile campagna Energia di Greenpeace International – sono ancora esposte a pericolosi livelli di radiazioni attraverso i prodotti alimentari locali. Chiediamo al governo ucraino di riprendere i monitoraggi della situazione ambientale”. Secondo Tumer, “se vogliamo evitare disastri futuri quali quelli di Cernobyl e Fukushima, i governi devono interrompere la produzione di energia nucleare e investire nell’efficienza e in fonti rinnovabili pulite e sicure”.
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