BRUXELLES, 19 LUG – Le nuove regole Ue sulla gestione delle scorie radioattive dell'Ue non bloccano l'export in Paesi come la Russia. E' questa l'accusa rivolta da Greeenpeace nei confronti della nuova direttiva approvata oggi a Bruxelles.
Secondo Greenpeace queste norme ''consentiranno a Ungheria e Bulgaria, Paesi che hanno attualmente accordi per l'esportazione di rifiuti nucleari in Russia, di continuare a tasferire materiale radioattivo''.
Per Jan Haverkamp di Greenpeace Ue i governi europei ''scaricano il problema di lungo periodo a qualcun altro, mettendo gli europei a rischio permettendo pericolosi convogli di rifiuti radioattivi''. Secondo Haverkamp i paesi che invece affrontano la questione ''irrisolvibile'' delle scorie ''finiscono per non affidarsi piu' al nucleare''.
La nuova direttiva consente l'export definitivo dei rifiuti del nucleare solo in 'depositi geologici profondi'. ''In Russia e nel resto del mondo non ci sono depositi geologici profondi e non sara' possibile averne prima di 40 anni'' replica Marlene Holzner, portavoce del commissario Ue all'Energia, Gunther Oettinger.
Altro discorso e' quello del 'riprocessamento' del materiale radioattivo, che viene trattato e torna indietro per essere riutilizzato, insieme alle scorie rimanenti. Secondo la Commissione Ue ''attualmente Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno contratti internazionali per il riprocessamento con la Russia, anche se rimangono sulla carta''.
''Altri accordi – aggiunge – riguardano alcuni paesi Ue che hanno reattori di ricerca, ma sono sempre rimasti sulla carta, quindi ora non ci sono export dall'Ue''.
