«La Lega è contro la devastazione e la svendita del nostro territorio che abbiamo il dovere di trasmettere integro alle prossime generazioni». Recita così il decimo punto dei dodici programmati dalla Lega nel giornalino Lombardia autonomista all’inizio degli anni Ottanta. Oggi a quasi 30 anni di distanza quel punto diventa un cardine e un paletto. In tempi in cui le centrali nucleari rappresenterebbero la soluzione a diversi problemi di approvvigionamento energetico la Lega è categorica: «Niente centrali in Veneto».
Luca Zaia, candidato governatore del Veneto, frena infatti sull’ipotesi di una centrale nucleare nella zona di Rovigo (l’unica provincia che, alle ultime amministrative, è rimasta al centrosinistra nonostante il vantaggio del Carroccio al primo turno). «Non conosco il dossier anche perché è di competenza di Giancarlo Galan» ha detto Zaia «nel caso in cui dovessi occuparmene valuterò questo dossier approfonditamente ma ad ogni modo rispetterò la volontà della cittadinanza».
Il senso è chiaro: Zaia in qualità di possibile presidente della regione Veneto mette i paletti per accontentare la cittadinanza che si è detta più volte contraria al nucleare e al conseguente impatto ambientale, ma allo stesso tempo non si pronuncia ancora direttamente perché lui è un leghista, la Lega sta col Governo ed è stato lo stesso Governo ad aprire al nucleare in Italia.
L’apertura del Governo al nucleare è stata accolta da varie polemiche ma anche da diversi dissensi: «Il nucleare inquina sporca ed è molto pericoloso»…«Magari è vero, ma lo usano quasi tutti, noi non siamo da meno e poi sfruttato bene può essere un’ottima forma di risparmio». La Lega appoggiò il Governo nella sua “crociata” nucleare ma ora ecco sollevare una serie di perplessità, forse perché nemmeno lo stesso Bossi si aspettava una centrale in Veneto. Si potrebbe quasi riassumere: «Siamo pienamente favorevoli al nucleare ma per favore fate le centrali da un’altra parte».
Non è la prima volta che la Lega si scopre ambientalista, difendendo questa posizione anche andando contro le scelte degli “amici” della maggioranza: nucleare, allargamento dell’aeroporto di Malpensa, Tav e Po navigabile sono solo alcune delle sfide “verdi” condotte dal Carroccio contro i possibili devastanti impatti ambientali.
Tutte battaglie condotte quando i progetti vanno ad intaccare le regioni care alla Lega (Veneto e Lombardia su tutte) perchè si sa, il partito di Bossi punta molto sulla valorizzazione del territorio, tanto quanto punta sul turismo. D’altronde il colore verde è quello degli ambientalisti, magari a volte anche opportunisti, ma pur sempre ambientalisti.