Nucleare, l'Ispra: "C'è un piano nazionale di protezione"

ROMA, 13 SET – ''C'è un piano nazionale di misure protettive contro le emergenze radiologiche'' rinnovato nel marzo dell'anno scorso (con decreto della presidenza del Consiglio). E' tranquillizzante la risposta di Lamberto Matteocci, responsabile del dipartimento per il nucleare dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), di fronte all'ipotesi che a Marcoule (dove l'evento è stato già definito chiuso dalle autorità francesi) le cose potevano andare in modo diverso, ritrovandoci alle prese con un incidente grave e con fughe di radioattività.

Insomma l'Italia sarebbe pronta a fronteggiare un'emergenza radiologica: ''Abbiamo – spiega Matteocci – un protocollo definito in caso di incidente nucleare ai nostri confini'' che prevede l'allerta immediata della Protezione civile, la convocazione del Centro amministrazione dati per valutare la ricaduta della radioattività e subito ''propone interventi radioprotettivi per la popolazione''.

Non riguarda l'evento di ieri, che è rientrato dopo poco e senza rilascio di radioattività in atmosfera su cui però ''attendiamo dalle autorità francesi accertamenti sulle cause'', ma – prosegue l'esperto – per esempio ''per incidenti tipo quello di Fukushima'' il Piano radioprotettivo italiano ''può arrivare a suggerire la iodoprofilassi'' pur non avendo centrali attive sul nostro territorio.

Inoltre, insieme all'iniziale e costante fase di acquisizione di informazioni tramite il sistema comunitario Ecurie (per lo scambio rapido di informazioni in caso di emergenze nucleari e radiologiche) e attraverso l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l'Ispra entra in contatto diretto con l'organo adibito al controllo e alla sicurezza, come è avvenuto nel caso dello scoppio al forno di fusione a Marcoule (in questo caso l'Agenzia per la sicurezza nuncleare francese, l'Asn).

Contemporaneamente si prendono in esame – continua Matteocci – ''le attività previsionali'' delle correnti ''attraverso modelli per la dispersione atmosferica'' anche per capire lo spostamento dell'eventuale radioattività. Tutte le rilevazioni vengono effettuate dalla rete e dal sistema dei laboratori dell'Ispra, integrate con analisi condotte dagli organismi 'convenzionali' (tipo i Vigili del fuoco).

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Maria Elena Perrero