Per la Siria, il vertice sulla sicurezza nucleare di Washington non ha alcun valore se in agenda non compare la questione dell’arsenale atomico israeliano. Due dei tre quotidiani governativi di Damasco, al Baath e al Thawra, mercoledì 14 aprile dedicano il loro editoriale all’incontro di Washington, definito “non serio” perché “non si tiene conto della gravissima minaccia rappresentata dall’arsenale nucleare di Israele per l’intero Medio Oriente e per il mondo arabo”.
“Le discussioni e i documenti elaborati dai 46 leader dei Paesi invitati al vertice americano non hanno altro scopo se non rafforzare la politica statunitense contro l’Iran e la Corea democratica (Corea del Nord)”, scrive Muhammad Khodr su al Baath, organo dell’omonimo partito al potere in Siria da 47 anni. “Il vertice di Washington dimostra che il presidente Barack Obama ha sì delle buone intenzioni, ma non le persegue con serietà ”, si legge nell’articolo di Assaad Abbud su al Thawra. “Perché – prosegue – se si vuole davvero eliminare i fattori di tensione nel Medio Oriente e se si vuole veramente far rispettare gli accordi e i trattati internazionali, non si può ignorare la questione del nucleare israeliano, che per noi arabi é una minaccia gravissima”.
Per al Baath, “non è un caso che il premier israeliano Benyamin Netanyahu abbia disertato il vertice di Washington: per non richiamare sul suo Paese e sul suo arsenale l’attenzione degli invitati e per non imbarazzare Obama, critico nei confronti della politica israeliana di giudaizzazione di Gerusalemme”. Il giornale siriano ricorda che lo Stato ebraico dispone di “almeno 200 testate nucleari” che rappresentano per il Medio Oriente “una minaccia costante alla vita dei suoi abitanti”.
Intanto il primo ministro indiano Manmohan Singh ha annunciato che non appoggerà la proposta di Barak Obama di imporre nuove sanzioni contro l’Iran. Parlando alle agenzie di stampa indiane a conclusione della sua visita a Washington, il premier ha detto di aver riferito al presidente americano che “l’Iran ha tutti i diritti a sviluppare pacificamente l’energia nucleare come firmatario del Trattato di Non Proliferazione”. Per quanto riguarda le sanzioni, “ho detto al presidente che non penso possano raggiungere concretamente il loro obiettivo”, ma solo creare sofferenza alla popolazione. “Molto spesso sono i poveri a soffrire di più” e “non coloro che sono al potere”.
Singh, che da domani sarà in Brasile per il vertice dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ha poi smentito una sua eventuale visita a Teheran (insieme a Luiz Inacio Lula da Silva), dove la prossima settimana si terrà un controvertice sul nucleare, al quale l’India partecipa con il suo rappresentante diplomatico. Nell’agenda di discussione dei quattro paesi emergenti, che rappresentano il 40% della popolazione mondiale, ci sarà anche il regime di sanzioni contro Teheran in discussione alle Nazione Unite.
