ROMA – Sia in Lazio che in Campania ci sono aree potenzialmente idonee per il deposito di scorie nucleari, denominato dalla normativa parco tecnologico (anche per le attività di ricerca che vi si svolgeranno) e gestito da Sogin. Questo il pensiero di Fedora Quattrocchi, responsabile dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) per il parco tecnologico nucleare della Sogin, espresso nel corso del convegno, ‘Sicurezza nucleare e energetica: pianificazione del sottosuolo’, organizzato a Roma dal Centro studi sviluppo e relazioni per la sicurezza (Tts, Think tank security).
Sul parco tecnologico – spiega Quattrocchi, ricordando che per l’Ingv si tratta di ricerca – ”a decidere sarà la Sogin”. Il Lazio è una regione ”fortunata può fare tutto – aggiunge riferendosi ai diversi tipi di stoccaggio nel sottosuolo tra cui metano e CO2 – e poi non è sismica, in alcuni settori indicati (ndr nella slide mostrata).
E, prosegue la dirigente dell’Ingv, anche ”la Campania è fortunata, soprattutto per la geotermia. Inoltre ha anche delle aree per il parco tecnologico”. In ogni caso – precisa Quattrocchi – ”i siti per il deposito di scorie sono ancora quelli della vecchia mappa”, che ”a distanza di anni potrebbe aver subito dei cambiamenti”.