Nelle paludi costiere della Louisiana, petrolio denso come la pasta per fare le frittelle soffoca le erbe e intrappola i pellicani. Grumi di catrame della grandezza di una moneta o di un piatto sono sulle bianche sabbie dell’Alabama o del Florida Panhandle.
Tutto sembra regolare sul Mississippi, tranne una carenza di turisti, ma un riflesso oleoso proviene dal mare a Ovest di Tampa.
C’è un nuovo problema da affrontare: il greggio che sta rovinando gli stati lungo il Golfo del Messico non è più un’unica marea nera, ma si sta frammentando.
”Non abbiamo più solanto a che fare con una enorme chiazza di petrolio”, ha dichiarato l’ammiraglio della guardia costiera Thad Allen in una conferenza alla Casa Bianca, ”abbiamo a che fare con una aggregazione di centinaia di migliaia di chiazze che vanno in tutte le direzioni”.
Tecnici dell’amministrazione del presidente Barack Obama hanno riferito che il tappo di contenimento fissato sopra il pozzo della BP da cui fuoriesce il petrolio ne sta succhiando da un terzo a tre quarti, ma hanno aggiunto che il danno già fatto farà sentire le sue conseguenze per anni.
C’e’ poi il dramma dei residenti delle coste, in alcuni punti inquinate dal petrolio ed in altre, per il momento, perfettamente pulite. Tutti i residenti che vivono di turismo o di pesca si chiedono disperati come salvare una stagione turistica che si sta avvicinando al culmine.