BARI – In mezzo alla Valle d’Itria, in Puglia, corre una Strada Statale che va dal Mare Adriatico allo Ionio. E’ la Strada dei Trulli, suggestiva arteria che collega i principali siti turistici della regione e che ora rischia di sprofondare nei liquami fognari accumulati sotto il manto stradale. Da oltre due mesi il Noe, nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ha posto la strada sotto sequestro e alla vigilia della stagione alta, che di fatto è cominciata con il ponte del 25 aprile, il cuore turistico della Puglia non è raggiungibile.
La questione è nota da tempo. La colpa è del depuratore di Martinafranca che da quasi mezzo secolo non funziona e sversa i liquami in Valle d’Itria. Il sequestro riguarda circa mezzo km di strada che collega Locorotondo (Bari) a Martina Franca (Taranto). In mezzo ci sono anche Alberobello e Cisternino, due delle mete più gettonate dai turisti. L’inchiesta della Procura di Taranto ha portato all’inizio di febbraio al sequestro preventivo con facoltà d’uso dell’impianto di depurazione di Martina Franca, gestito dall’Acquedotto Pugliese, per presunta contaminazione della falda. Lo scarico avrebbe causato un serio rischio idrogeologico. Di qui il rischio crollo.
Sulla lista degli indagati sono finiti l’attuale vicepresidente del cda di Acquedotto pugliese, Lorenzo De Santis; il suo predecessore Nicola Costantino, all’epoca dei fatti amministratore unico di Aqp, e un dirigente dell’Anas. Alcuni giorni fa, il ministro alla Infrastrutture Graziano Delrio, rispondendo a un question time alla Camera, ha riferito che l’Anas avrebbe inoltrato istanza di dissequestro per ben due volte, “ma tutte le richieste sono state respinte non solo per gli incombenti pericoli ma anche perché il Tribunale ritiene necessaria un’adeguata soluzione definitiva che riguardi l’impianto di depurazione dell’Acquedotto Pugliese”.
Ma nessuno al momento è in grado di quantificare i tempi necessari per sistemare il pasticcio. Anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non si sbilancia: “C’è la necessità di deviare il flusso del recapito finale del depuratore in modo che non interferisca né con l’inghiottitoio né con la Statale 172 – ha spiegato – È una ipotesi non ancora tradotta in progetto che gli uffici si impegnano a realizzare in un mese. Quindi entro un mese avremo il progetto delle trincee drenanti e questa è una possibile soluzione definitiva della Regione. Se riusciamo a fare questa operazione di deviazione del flusso, è possibile che sia più facile convincere l’autorità giudiziaria, nelle modalità più compatibili con la vita della comunità e con le esigenze della stagione turistica”.