I camion tornano a sversare a Cava Sari, la discarica di Terzigno (Napoli), dopo i giorni della guerriglia prima e dello stop per la messa in sicurezza poi. Il via libera dopo il vertice serale in Prefettura a Napoli con Guido Bertolaso. Al termine della notte sono 23 i mezzi che portano nello sversatoio spazzatura proveniente dai 18 comuni vesuviani, una delle condizioni dell’accordo firmato tra sindaci e Berlusconi nei giorni scorsi: nella cava Sari, infatti, fino a poco fa arrivava anche immondizia della città di Napoli. Si temeva la reazione dei manifestanti al passaggio degli autocompattatori. Le proteste ci sono state ma, tutto sommato, meno forti del previsto.
A far ritornare la mente ai giorni più difficili c’è solo l’incendio di un autocompattatore in via Zabatta, a Terzigno, nella zona che confina con San Giuseppe Vesuviano. Ignoti fanno scendere l’autista, poi incendiano il mezzo dando fuoco alla cabina di guida, probabilmente con una bottiglia incendiaria. Intervengono le forze dell’ordine che fanno alzare l’uomo, spostano le persone. Sara’ l’unico momento vero della resistenza, a parte il raid incendiario che avviene in una zona diversa.
All’altro presidio, quello qualche chilometro più avanti, la notte era iniziata con momenti di tensione, tra barricate formate da falò, tronchi di alberi e sacchetti di spazzatura e la protesta di un centinaio di persone riunite presso la localita’ ‘Il Rifugio’, un’altra area di accesso alla discarica. Uno dei manifestanti, Pietro Avino, racconta ai giornalisti che nella calca è stato strattonato, lui che è visibilmente invalido. Sulla Rotonda compaiono nuovi striscioni, ispirati sempre ai fatti dell’attualità . Uno di essi immagina un dialogo tra Berlusconi e Bertolaso sulla vicenda Ruby e la ‘questione’ Bunga Bunga. L’appuntamento, al presidio, è per la prossima notte. Loro, annunciano i manifestanti, ci saranno ancora.