ROMA – I rifiuti della Provincia di Roma troveranno spazio negli impianti del Lazio per essere smaltiti. Se gli impianti lavoreranno a pieno regime, l’emergenza rifiuti passata. Il provvedimento firmato dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio. Già operativo, le autorità locali avranno tempo un mese per rispettarlo. Poi saranno sanzionate e interverrà con poteri sostitutivi il neo ‘supercommissario’ Goffredo Sottile, che rimarrà in carica per sei mesi.
Il ministro dell’Ambiente Clini ha annunciato il decreto con soddisfazione e l’ha presentato come “uno scudo contro la criminalità organizzata” che si insinua ”in un contesto di scarsa responsabilità delle amministrazioni competenti”. Non è dello stesso parere il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, che ha definito il decreto”inaccettabile”.
Gli effetti del provvedimento possono essere verificati già nei prossimi 60 giorni, ha spiegato il ministro dopo una ”riunione franca con Regione, Comune di Roma, Provincia di Roma e altri comuni e province del Lazio e titolari delle imprese di trattamento meccanico biologico dei rifiuti coinvolti nel provvedimento”.
E l’attuazione completa del decreto, che sarà possibile nel giro di un anno, consentirà di riconsiderare la proroga della discarica di Malagrotta ed evitare la realizzazione di quella provvisoria a Monti dell’Ortaccio (il patron di Malagrotta Manlio Cerroni, uscendo dalla riunione col ministro Clini è stato apostrofato come ”assassino” e ”abusivo” da una rappresentanza dei comitati contro la discarica di Monti dell’Ortaccio).
Renata Polverini, presidente dimissionaria della Regione Lazio, ha sottolineato: “Questa è una strada senza ritorno. Oggi si mette in moto il meccanismo che dovrebbe portare alla chiusura definitiva della fase di emergenza nel Lazio”. Il decreto si basa sulla legge di Stabilità e quindi supera la normativa regionale secondo la quale ogni provincia doveva essere autosufficiente, escludendo il trasferimento dai rifiuti da una provincia all’altra.
Dal 25 gennaio prossimo i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio che hanno capacità residua autorizzata. Entro il 15 febbraio, poi, le autorità competenti devono completare le procedure di autorizzazione di altri impianti nella regione che sono in attesa del via libera ormai da troppo tempo.
Infine entro il 30 gennaio – stabilisce ancora il decreto – deve essere reso operativo il piano di raccolta differenziata nel comune di Roma. Che ”negli ultimi 15 giorni di dicembre ha raggiunto il 30% al giorno” ha detto il sindaco Gianni Alemanno, ma che è ancora insufficiente, secondo Clini, perché la legge nazionale prevede il 60%. Inoltre, entro fine gennaio devono essere adottate le misure necessarie per favorire il recupero energetico dei rifiuti. Indicazioni che se non rispettate provocheranno l’intervento sostitutivo del commissario Sottile.
I rifiuti prodotti nella Provincia di Roma sono pari a 1,8 milioni di tonnellate l’anno, quantitativo che si riduce del 30% per la raccolta differenziata, arrivando a 1,3 milioni. Negli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio già autorizzati c’è una capacità residua per 930.000 tonnellate mentre gli impianti in corso di autorizzazione hanno una capacità disponibile di circa 850.000 tonnellate.
Clini ha precisato: “Sono dati ufficiali forniti dalla Regione Lazio e trasmessi il 24 dicembre scorso al ministero dell’Ambiente. Qualcuno ha contestato questi dati dicendo che non sono corretti ma se fosse vero significherebbe che sono falsi e allora procederei immediatamente per il reato di falso, rivolgendomi all’Autorità giudiziaria”.