L’iniziativa di inserire questo punto nell’agenda della riunione alla voce ‘varie ed eventuali’, che non comporta quindi la possibilità di prendere decisioni, è stata avanzata dai rappresentanti austriaci: ”Invitiamo la Commissione Europea ad analizzare le leggi esistenti negli stati membri – si legge nel documento con la richiesta – e a valutare eventuali misure per introdurre possibili alternative ai sacchetti di plastica”.
Il bando italiano dal 1/o gennaio scorso per le buste di plastica tradizionale a favore di materiale biodegradabile, ha suscitato la reazione dei produttori, che si è formalizzata in un ricorso da parte della EuPC (European Plastics Converters), la federazione europea delle aziende trasformatrici di materie plastiche, appoggiata e spronata dalla italiana Unionplast, secondo cui sarebbe violata la direttiva europea sugli imballaggi.
Il governo ha comunque già pronte le contromisure: ”La legge attuale – ha precisato nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – è stata contestata in sede comunitaria in quanto non è stata notificata agli altri paesi membri. Presenteremo all’Unione Europea una nuova legge che non prevederà tuttavia alcuna sospensiva della norma in atto”.
Ad aiutare la posizione italiana è stato presentato pochi giorni fa un dossier elaborato da Legambiente, che ha evidenziato come nel Mediterraneo galleggi una vera e propria ‘isola di plastica’ da 500 tonnellate, di cui i sacchetti sono una parte preponderante. Secondo altri studi in Europa ogni anno ne vengono utilizzati circa 100 miliardi e prima del bando il 25% veniva dagli italiani.
Il pericolo per l’ambiente è ben conosciuto: un sacchetto resta infatti nell’ambiente anche per secoli, da un minimo di 15 anni a un massimo di 1000 anni secondo l’Agenzia Europea per l’ Ambiente, e a farne le spese sono soprattutto gli animali. Di 115 specie di mammiferi marini 49 sono a rischio intrappolamento o ingestione di rifiuti marini, e sacchetti ingeriti sono stati trovati in elefanti marini, delfini, capodogli, lamantini. Nelle tartarughe il sacchetto di plastica, scambiato per una medusa, provoca il blocco del tratto digestivo e il conseguente soffocamento. Di 312 specie di uccelli marini, 111 sono note per aver ingerito rifiuti plastici. Tra i 700.000 e un milione di uccelli marini rimangono ogni anno uccisi per soffocamento o intrappolamento.