SAVONA – Mille morti di cancro in più nella provincia di Savona da quando la centrale Tirreno Power è arrivata a Vado Ligure. Questo il dato evidenziato dagli esami effettuati dai consulenti della procura di Savona nell’ambito dell’inchiesta coordinata da Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci. L’azienda Tirreno Power, di cui è azionista Sorgenia, controllata dal Gruppo Cir di Rodolfo De Benedetti, finisce così sotto inchiesta per le emissioni di polveri bianche e rosse dalla centrale di carbone.
I reati ipotizzati dai magistrati nel fascicolo aperto, per ora contro ignoti, sarebbero di disastro ambientale e, più difficile da dimostrare, di omicidio colposo, spiega Giovanni Ciolina su Il Secolo XIX:
“Se i consulenti della procura sono infatti sicuri di poter sostenere la responsabilità dell’impianto a carbone vadese nell’aumento della mortalità per cause tumorali, altrettanto difficile per gli inquirenti appare abbinare il nome di una vittima ad un caso specifico. In sostanza la procura sottolinea come le emissioni inquinanti abbiamo contribuito ad aumentare la mortalità, ma senza essere ancora in grado di individuare un caso specifico di decesso per tumore, la cui insorgenza possa essere attribuita con certezza solo alle emissioni e non anche ad altre cause (familiarità, fumo ecc.)”.
Dopo circa due anni di indagini sul caso Tirreno Power la procura rimane cauta perché teme fughe di notizie prima che le indagini siano del tutto concluse:
“Il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci starebbe aspettando ancora alcune relazioni investigative della polizia giudiziaria, considerate indispensabili alla conclusione dell’inchiesta e alla identificazione di eventuali responsabili da iscrivere nel registro degli indagati per disastro ambientale, la tesi accusatoria più concreta e considerata più “solida” giuridicamente. Così come, peraltro, era successo per una precedente inchiesta sulle sacche di sangue infetto condotta proprio dal procuratore Granero, quando gli investigatori erano riusciti a stabilire l’infezione dei pazienti, ma non la certezza della morte di uno di loro per quel fatto”.
Se dopo anni di studi, anche si licheni, l’inquinamento nella zona di Vado Ligure è stato confermato, la Tirreno Power ha respinto le accuse:
“In questi anni, l’azienda si è sempre difesa sostenendo la non completa affidabilità dei dati e manifestando il totale impegno ( con interventi specifici) a ridurre l’emissione di qualsiasi polvere che possa provocare danni di qualsiasi tipo alla popolazione del savonese. In ballo ci sono centinaia di posti di lavoro e quindi la prudenza è d’obbligo, ma l’influenza delle eventuali emissioni sulla salute pubblica non può certo essere sottovalutata nell’analisi del caso Tirreno Power”.