ROMA – A Roma quella del terremoto è diventata una psicosi, e allora l’11 maggio “tutti in ferie”. Rispetto all’11 maggio 2010, le richieste di ferie dei dipendenti pubblici sono aumentate quest’anno quasi del 20%.
La profezia, attribuita al sismologo Raffaele Bendandi (ma gli stessi seguaci dello studioso hanno smentito che esistano delle testimonianze scritte di questa previsione), che ormai ha fatto il giro del web, ha letteralmente terrorizzato tutti gli internauti: come scrive su Repubblica Maria Novella De Luca, “per evitare panico e diserzioni in massa da uffici e scuole, a smentire l’annuncio sono dovute scendere in campo istituzioni autorevoli, a cominciare dalla Protezione Civile e dall’Ingv, l’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia”.
Che si tratti di una bufala o meno, sottolinea De Luca, “di certo chi due anni fa ha iniziato a diffondere sul web la voce del sisma di Roma, si starà godendo i frutti del suo tam tam virale, diventato una vera angoscia collettiva”.
Parole che non sono servite, se è vero che un quinto dei romani diserterà uffici e scuole: d’altronde la previsione è di quelle terrificanti, visto che il sisma dovrebbe essere così violento da radere al suolo in un sol colpo il Colosseo e il Cupolone di San Pietro.
Nonostante le rassicurazioni degli addetti ai lavori, scrive la De Luca, “il contagio è cresciuto, a giudicare dai messaggi su Facebook, di gente pronta a fare le valige, di persone che si interrogano sul senso e sul futuro della vita”.
Come ha scritto sempre su Repubblica Giovanna Vitale, anche tra la gente comune la paura è arrivata ai massimi, tanto da indurre molti commercianti a tenere chiuse le proprie attività.
Ma, rileva sempre la Vitale, “è su Facebook che impazzano i gruppi “anti-sismici”: i cauti hanno creato la pagina “Abbracciamoci tutti a Villa Carpegna”, posto ideale per sottrarsi al crollo dei palazzi,; e “Terremoto o meno, io per sicurezza vado via da Roma”; gli increduli aderiscono al gruppo “11 maggio terremoto a Roma? Ma vaff…”; gli impavidi sottoscrivono “L’11 maggio sarò a Roma ad aspettare il terremoto”.