TRIESTE – Raffiche di vento a 180 km orari, edifici scoperchiati, almeno 150 feriti: la Bora ha messo in ginocchio Trieste il 2 marzo. Secondo gli esperti, niente di simile si era visto negli ultimi 50 anni. L’ondata di vento da record e maltempo ha costretto il Comune a dichiarare lo stato di emergenza, e la Regione ha già stanziato 100 mila euro per i primi interventi.
La bora ha soffiato così forte da stendere a terra e trascinare oggetti e perfino persone: oltre un centinaio i casi di cadute con fratture o traumi che gli ospedali della città hanno dovuto affrontare. In alcune zone della città era impossibile camminare senza difficoltà , e le zone in cui sono abitualmente parcheggiati scooter e moto si presentavano come dei “cimiteri” di motocicli, tutti stesi a terra dalle raffiche di vento. Dalla mattina alla sera i Vigili del Fuoco hanno effettuato almeno cento interventi e, assieme alle altre forze dell’ordine, hanno perfino chiuso alcune strade per evitare che tegole o cornicioni crollassero sulle auto in transito.
Gli studenti del Liceo Oberdan sono arrivati a scuola, trovando il tetto quasi totalmente scoperchiato: prima si sono riuniti in assemblea, poi è stata la dirigenza della scuola a decidere di chiudere tutto per due giorni. Ma l’evento che resterà nella memoria dei triestini è senza dubbio il viaggio nel vento della gru Ursus. Il pontone alto 80 metri, costruito all’inizio del Novecento in un cantiere del posto e issato su una piattaforma galleggiante. Nelle prime ore del mattino le cime che legavano la struttura – ormai utilizzata solo per eventi e mostre – hanno ceduto, e la gru ha preso il largo.
Centinaia di persone hanno notato questa strana gru – per tenerla in città , tempo fa, erano state perfino raccolte cinquemila firme – scappare solitaria nel golfo. Tantissimi hanno preso il cellulare o la macchina fotografica per immortalare il momento e le foto hanno iniziato a popolare i social network, con le ironie del caso. Anche perché per i triestini, complice il fatto che non si sono verificati incidenti gravi, spesso la bora è un vento “amico”, che nonostante i disagi non viene “odiato”.
Mentre tutte le navi merci sono state obbligate a restare in attesa sulle coste croate, la Capitaneria di porto ha messo in azione tre rimorchiatori che hanno sfidato il vento e recuperato la gru e un’altra imbarcazione senza guida che era finita alla deriva. ”Questa volta – ha spiegato il sindaco Roberto Dipiazza – è stata una vera mazzata per la città , con danni per milioni di euro tra semafori rotti, scuole scoperchiate, tegole dappertutto. Ma ci mettiamo subito a lavorare per rimettere a posto”.