Test sugli animali, gli animalisti contro la direttiva Ue: “Randagi come cavie”

E’ stato accolto dalle critiche degli animalisti la nuova direttiva  sull’utilizzo degli animali per fini scientifici, approvato dal Parlamento Europeo. Il punto contestato è quello relativo all’uso degli animali randagi di specie domestiche (ad esempio cani e gatti), che possono essere utilizzati come cavie se è scientificamente provato che non si possa fare altrimenti.

Per l’Enpa, l’Ente nazionale protezione degli animali, “il provvedimento ”è stato varato in una edizione peggiorativa rispetto a una prima versione del 2008, in virtù delle pressioni della potente lobby farmaceutica determinando un quadro di riferimento peggiore di quanto prevede in Italia la vigente normativa in materia di esperimenti su animali viventi”.

“A nulla sono valse le autorevolissime prese di posizione dei cittadini e del mondo scientifico per evitare un risultato deludente. L’aspettativa del mondo animalista – aggiunge l’Enpa – e di quanti ritengono incongrua e anacronistica la direttiva così come recepita, si fonda sull’iter di recepimento che il nostro Paese sarà chiamato a percorrere per venire a un nuovo decreto nazionale. L’obiettivo è quello di mantenere i punti positivi già presenti nel decreto legislativo 116/96 che, da quasi quindici anni, hanno posto l’Italia all’avanguardia in materia di sperimentazione così come, più in generale, nell’ambito della tutela degli animali”.

Sulla stessa linea la Lav, la Lega anti vivisezione: ”Nel complesso il testo approvato risulta deludente, soprattutto in considerazione dei progressi scientifici, dell’affermarsi dei metodi alternativi all’uso di animali e dell’opinione pubblica espressasi in modo chiaramente contrario alla sperimentazione animale”. Lo afferma Michela Kuan, biologa, responsabile nazionale Lav settore Vivisezione.

”Il testo proposto nella sua prima versione del novembre del 2008 – dice Kuan – era fortemente innovativo rispetto al vigente e, anche se non totalmente coerente con le ottiche animaliste, presentava numerosi punti migliorativi per la tutela e il benessere degli animali da laboratorio; purtroppo tale testo nel corso dei mesi è stato modificato attraverso vari passaggi, tutti peggiorativi”.

”Tra gli articoli più negativi – prosegue la responsabile Lav – abbiamo: la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi (ma in Italia tale pratica è vietata fin dal 1991), la possibilità di utilizzare specie in via d’estinzione e/o catturate in natura (compresi i Primati e in particolare le grandi scimmie), il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla legge come ”umanitario” ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza, fatto riconosciuto scientificamente”.

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Maria Elena Perrero