Il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato oggi, 11 ottobre, in Parlamento il commissariamento dell’azienda Mal S.A., responsabile del maggior disastro ambientale del Paese, e l’arresto dell’amministratore delegato.
Il premier ha confermato che l’esondazione di fango rosso ad Ajka non è stata provocata da una catastrofe naturale, ma è conseguenza di negligenza umana, di cui devono rispondere ”i proprietari milionari” e non i contribuenti.
Il governo ha presentato una legge per istituire l’incarico di commissario speciale per le catastrofi con il mandato di gestire per un certo periodo anche l’azienda di alluminio Mal, ritenuta responsabile del disastro.
Orban ha indicato i quattro compiti del futuro commissario: indennizzare i sinistrati che hanno perso le loro case e i loro beni, riaprire il prima possibile la produzione dello stabilimento onde evitare la perdita di posti di lavoro per migliaia di lavoratori, impedire ulteriori esondazioni controllando lo stato dei depositi di fango rosso e aprire un’inchiesta sulle responsabilità.
Gli indennizzi saranno a carico dei proprietari (cioè sempre la Mal), ha sottolienato. Il futuro della società, privatizzata in 1995, è ancora incerto. Orban non ha escluso, ma nemmeno confermato, una eventuale rinazionalzzazione dell’azienda. I costi complessivi per risarcimenti e bonifica dei danni ambientali non sono calcolati con precisione (è impossibile farlo al momento) ma sono stimati dal govenro sui 20 miliardi di fiorini (75 milioni di euro).
Zoltan Bakonyi, l’amministratore delegato della società Mal S.A. responsabile del disastro ecologico del 4 ottobre in Ungheria, è sospettato di concorso in pericolo pubblico e danni all’ambiente. Dopo il suo arresto, è in corso l’interrogatorio. Deciderà il tribunale su proposta della procura se procedere a un mandato di detenzione preventiva.