DOLINA (TRIESTE) – Gli alberi della Val Rosandra sono stati tagliati. L’operazione sovvenzionata dalla regione del Friuli Venezia Giulia ha fatto scattare l’allarme del Wwf, perché gli alberi si trovavano in una riserva protetta. Ora il consiglio comunale di Dolina, in provincia di Trieste, affronterà la questione con il sindaco Fulvia Promolin, l’assessore regionale Luca Ciriani e i 10 mila cittadini che hanno firmato una petizione europea per la tutela della valle. Anche la magistratura ha aperto un fascicolo, mentre il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha detto che “aspetta di leggere le carte della Regione”.
La regione aveva programmato una pulizia degli alvei del torrente Rosandra. La Protezione Civile ha appaltato i lavori alle imprese Bombardier Srl., ma quando i cittadini sono andati a controllare la pulizia si era trasformata in un abbattimento degli alberi.
Il comitato per la difesa della Val Rosandra ha raccolto firme, e testimonianze, spiegando: “È stata una devastazione coperta dai decreti per l’emergenza che danno il potere di violare i vincoli della riserva alla Protezione Civile”. Pier Luigi Nimis, dell’Università di Trieste, ha detto: “La situazione è grave, non è stato rispettato il bosco e così si è solo peggiorata la situazione. L’impresa ha tagliato e basta, ma i lavori non si fanno così”. Inoltre sono stati tagliati diversi quintali di legno, di cui non si conosce la destinazione.
Il sospetto del comitato è che quel legno, che dovrebbe essere usato per produrre energia nelle centrali di biomasse, sia stato venduto: “La rivendita dei materiali prelevati in operazioni come questa è un malcostume italiano, anche perché quei soldi dovrebbero tornare alla comunità . Ma troppo spesso non è così”, ha detto il responsabile del Wwf Italia Massimiliano Rocco.
L’assessore regionale Luca Ciriani difende l’operato della Protezione Civile: “L’intervento mirava a mettere in sicurezza l’alveo. Abbiamo avuto esondazioni che ci sono costate tantissimo. Era un’emergenza e l’abbiamo risolta. I nostri esperti ci danno ragione perché non è stata intaccata la vegetazione ripariale”.