LECCE – Si chiama Xylella fastidiosa: è un batterio killer degli ulivi, anche quelli secolari. L’epidemia ha contagiato decine di migliaia di piante in un’area di 8 mila ettari nella zona ionica del Salento, quella parte della provincia di Lecce che va da Gallipoli a Lequile, passando per i comuni di Ugento, Taviano, Casarano, Melissano, Racale, Parabita, Alezio, Sannicola, Nardò, Galatina: nell’area coperta da questi comuni non si potranno estirpare gli ulivi per venderli ai giardini privati del Nord Italia, per evitare che l’infezione si allarghi.
Ne dà notizia Alberto Grimelli su Italia Oggi:
“Le piante infette dovranno essere potate drasticamente e la ramaglia di risulta dovrà essere bruciata. La prognosi, comunque, è infausta. Cnr e Osservatorio fitosanitario pugliese stimano che l’ulivo è destinato alla morte nel giro di cinque anni dopo essere stato infettato. «Voglio rassicurare olivicoltori e consumatori che il fenomeno, anche se produce effetti visibili agli impianti arborei olivicoli non pregiudica in alcun modo la qualità delle olive, sia da mensa che da olio, né influisce sulle caratteristiche dell’olio che da esse se ne ricava» ha dichiarato l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni.
Nell’ambito delle misure fitosanitarie per confinare questa batteriosi sarà anche prevista la obbligatoria contro Homalodisca vitripennis, una piccola cicala, lunga non più di mezzo centimetro e che sarebbe il veicolo del batterio Xylella fastidiosa.
Facili da riconoscere i sintomi della malattia. Durante l’estate e l’inizio dell’autunno si evidenzia un progressivo ingiallimento delle foglie e di vaste porzioni dell’olivo. I sintomi sono simili a quelli della verticilliosi ma, in questo caso, possono iniziare anche dalle parti più basse della chioma. Il batterio, infatti, attacca la pianta occludendone i vasi xilematici, impedendo così l’idratazione della pianta. Xylella fastidiosa è stata importata dalle Americhe, dove attacca viti ma anche agrumi, caffè, mandorle, oleandri.
Secondo i fitopatologi l’ingresso di questo batterio nel nostro paese non sarebbe recente ma le condizioni meteo degli ultimi mesi, il precario stato vegetativo e l’abbandono di molte olivete salentine, la diffusione della cicala accusata di essere l’agente vettore della malattia, avrebbero fatto esplodere l’epidemia. In California Xylella fastidiosa è stata scoperta intorno al 1880 e, per i danni procurati in tutte le Americhe, compresi Florida, Messico, Costa Rica e Venezuela, è stato inserito nell’elenco A1, ovvero il massimo grado di allerta, della Eppo, l’organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione europea per la salute delle piante”.