BRINDISI – Da lunedì gli ulivi del Salento saranno abbattuti: colpa della Xylella fastidiosa, il batterio killer veicolato dalla cicala sputacchina che sta facendo strage di piante secolari in Puglia. La sentenza di morte, già emessa dalla Commissione europea e dal Cnr, è stata confermata da Fabrizio Nardoni, assessore all’agricoltura della Regione Puglia, in audizione al Senato. Si comincia lunedì, le prime eradicazioni partiranno dagli uliveti di Oria, in provincia di Brindisi, dove sono stati riscontrati gli ultimi focolai.
Insieme a Nardoni, in Senato, è stato ascoltato anche il parere di Giuseppe Silletti, commissario delegato per l’emergenza Xyella, che ha precisato che “l’abbattimento non sarà indiscriminato ma ‘chirurgico’”, in quanto riguarderà gli ulivi realmente infetti, in base al riscontro delle analisi sulle piante che termineranno la prossima settimana. Silletti nota anche che “ci sono buone possibilità di fermare il batterio se i proprietari dei terreni collaborano adottando le buone pratiche agricole, dalla potatura, all’aratura, alla concimazione e l’uso degli antiparassitari”. Ma c’è chi si oppone all’estirpazione delle piante ed è pronto un ricorso al Tar, firmato dall’avvocato Giovanni Pesce per conto di un agricoltore di Oria.
“I proprietari – si legge nel ricorso – dovevano essere nelle condizioni di conoscere la situazione prima di ogni altra decisione relativa all’abbattimento”. L’audizione in Commissione agricoltura del Senato ha riguardato pure i rappresentanti delle organizzazioni agricole che sottolineano la gravità della situazione. “Dalla denuncia fatta dalle organizzazioni agricole ad oggi sono passati due anni e oggi le piante interessate potrebbero essere più di un milione”, osserva Raffaele Carrabba, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori pugliese.
Sulla stima delle piante colpite si allinea anche Donato Rossi, presidente dell’olivicoltura nazionale di Confagricoltura, per il quale la situazione “è una pandemia che in forma inusitata va avanti molto velocemente e ci vuole un piano di respiro europeo gonfiato su basi agronomiche e scientifiche”.
A proposito di ricerca, il presidente di Copagri Lecce, Fabio Ingrosso, annuncia di aver coinvolto esperti dell’Università di Foggia e dell’Università del Salento in una ricerca per individuare prodotti e/o molecole biocompatibili con l’ambiente al fine di ridurre la carica degli agenti patogeni di natura fungina e batterica che causano i disseccamenti a carico delle piante di ulivo.
Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia, osserva come “il problema reale sia ora cosa fare per le imprese che dovranno riprogrammarsi”. “Servirebbe – conclude Corsetti – un tavolo interministeriale per ragionare a pieno del problema”.