Proprio lui, verrebbe da dire, il genio che ha sostenuto l’esame di maturità giusto un paio di volte per riuscire a conseguire uno straccio di diploma si recherà tutto impettito al cospetto del capo dello Stato. Ebbene sì, proprio lui, Renzo Bossi, figlio del leader del Carroccio e rampollo designato, incontrerà Giorgio Napolitano.
Ma questo è niente. Fa il prezioso, come a dire tranquilli, domani mi concederò a Napolitano anche se ieri non sono riuscito ad andare alla festa del 2 giugno. Di certo la celebrazione di quel tricolore tanto “amato” dagli amici leghisti del papà non era il luogo adatto per un gran lavoratore come lui, non ha tempo. Tant’è che non prova alcuna vergogna nel dire: “Non ho partecipato alla parata, perché ero a Brescia per lavoro”.
“Ero a Brescia per lavoro”. Beh, effettivamente quel posto tanto sudato non può certo rischiare di perderlo. Per qualcosa di così “futile” come la festa della Repubblica Italiana, poi. Quella stessa Repubblica – forse non ci ha pensato – che anche lui dovrebbe servire quale consigliere regionale in quella Lombardia che dell’Italia è una parte abbastanza consistente, almeno fino a prova contraria.
“Incontrerò il Presidente Napolitano assieme al Presidente del Consiglio Regionale”, dice Bossi junior dai microfoni dell”Alfonso Signorini Show’ di Radio Monte Carlo. Sempre se avrà tempo, questo è ovvio.
Come direbbero le signore dei paesini brianzoli tanto cari al piccolo Renzo: “Tutto suo padre”.