ROMA – Per gli ormai 3 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari fare la spesa รจ un vero e proprio slalom tra i pericoli, fra gelati che contengono spinaci e calamari con tracce di latte e nocciole. Un aiuto nello scovare le ormai 392 che possono scatenare una reazione allergica potrebbe venire dalla tecnologia, grazie a un'etichetta 'intelligente' inventata da un gruppo di ricercatori italiani che adesso cercano l'aiuto delle aziende per rendere fruibile il sistema.
Il progetto, presentato oggi a Roma, si chiama 'AllergomeConsumer', e prevede che sui prodotti venga messo un particolare codice, una cosiddetta 'data matrix' (il quadratino che usano molti giornali per rimandare a contenuti multimediali) che puรฒ essere letta da qualunque smartphone. Il paziente, che si collega con il suo codice identificativo, 'fa leggere' l'etichetta, e viene collegato in tempo reale a un database che contiene tutti gli ingredienti del prodotto e fa apparire in tempo reale un messaggio che avverte della presenza di allergeni conosciuti: ''Questo sistema รจ l'unico al mondo che garantisce l'individuazione del paziente, quello dell'allergene e quello del prodotto con estrema precisione – ha spiegato Adriano Mari del centro di Allergologia Molecolare dell'Idi-Ircss di Roma, direttore scientifico di Allergy Data Laboratories che ha realizzato il dispositivo con Ifarai Onlus – il dispositivo รจ pronto e puรฒ giร essere usato, ma serve la collaborazione delle aziende per poter da un lato inserire nel database tutti gli ingredienti e dall'altro per mettere l'etichetta intelligente sui prodotti, perchรฉ il semplice codice a barre puรฒ dare luogo a confusione perchรฉ non tiene conto di eventuali variazioni nella 'ricetta'''.
Fino a questo momento sono stati campionati circa 15mila prodotti, il 10% del totale sugli scaffali italiani, e giร questa prima scrematura ha dato risultati interessanti: ''Nel 97% dei prodotti che abbiamo inserito c'รจ almeno un allergene – ha spiegato il responsabile del progetto Alessandro Brunetti – mentre l'11% ne ha almeno 10. Questa applicazione รจ tutta fatta con software open source, e la offriamo gratuitamente alle aziende, che dovranno solo accollarsi i costi di inserire la piccola matrice''.
L'applicazione permetterebbe di superare le difficoltร che si hanno oggi nel leggere le etichette, sia per il loro posizionamento e le dimensioni troppo piccole, sia per la denominazione di alcuni allergeni: ''Per i derivati del latte, ad esempio, ci sono 210 definizioni – spiega Mari – e il 40% non prevede la parola 'latte'. Un altro esempio รจ quello del pane grattato: se รจ da solo ha diversi ingredienti, ma se รจ usato ad esempio in una cotoletta viene indicato come semplice 'pan grattato'.
Il sistema, insistono gli autori, non รจ 'contro' le aziende, ma anzi potrebbe aiutarle: ''I produttori non dovrebbero esserne spaventati – ha spiegato Anna Maria Ronconi, presidente di Ifarai – la trasparenza va anche a loro vantaggio''.
