L’Autorità dell’Antitrust sostiene la necessità di rivedere le regole della distribuzione editoriale per garantire ai consumatori un migliore accesso all’offerta di prodotti. Chiusa l’indagine conoscitiva sul settore, il Garante della concorrenza sostiene la necessità di «liberalizzare l’apertura delle edicole anche in vista dell’entrata in vigore della Direttiva Servizi, promuovendo l’ingresso di nuovi operatori in tutta la filiera e garantendo la presenza di punti vendita laddove non c’è mercato».
Occorre anche «modernizzare la distribuzione editoriale per consentire al settore di rispondere alle sfide di internet e della free press, garantendo realmente ai consumatori l’accesso all’intera offerta informativa».
Per restituire elasticità al settore e ripristinare criteri di equilibrio sarà inoltre necessario rivedere «i criteri di remunerazione dei distributori e dei rivenditori con meccanismi che garantiscano la fornitura delle singole edicole e l’equilibrio economico dei distributori indipendenti».
La liberalizzazione delle edicole – sottolinea l’Antitrust – è “una scelta necessaria anche alla luce della prossima entrata in vigore della Direttiva Servizi”. L’Authority suggerisce in particolare l’adozione di “iniziative mirate, mediante sovvenzioni pubbliche” per “garantire la presenza nelle edicole dove la domanda non venisse soddisfatta dalle dinamiche del libero mercato”. Secondo l’Antitrust occorre poi ripristinare, “rendendolo più flessibile, il principio di identità delle condizioni economiche praticate dagli editori ai rivenditori”. Oltre a rivedere i rapporti tra distributori locali ed edicolanti: “Per porre fine alla violenta querelle tra esercenti autorizzati alla rivendita e distributori che rifiutano la fornitura – sostiene l’Authority – si potrebbe introdurre il requisito di un fatturato minimo per i rivenditori, al quale corrisponderebbe però l’impegno dei distributori a rifornire tutti i rivenditori che lo realizzino”. Inoltre, “nella remunerazione dei distributori locali da parte degli editori si dovrebbe far riferimento al prodotto ‘distribuito’ e non al ‘venduto'”. Questo per costringere l’editore a tener conto, nelle scelte di tiratura e distribuzione, di costi che attualmente sono scaricati sul distributore. Si tratta di “una modifica urgente vista la rapida contrazione del numero dei distributori locali, che in molti casi non riescono a trovare un equilibrio economico: la conseguente presenza di un unico distributore in regime di esclusiva in aree troppo estese aumenta lo squilibrio nei rapporti di forza tra distributore locale e rivendite”. L’Antitrus raccomanda tra l’altro di tenere conto che “alcuni grandi gruppi editoriali si stanno integrando a valle nella distribuzione nazionale o locale, con evidenti minori garanzie sulla neutralità della distribuzione stessa”. Infine, per salvaguardare il principio della parità di trattamento, con l’affollamento nelle edicole di allegati, inserti e gadget, che limita “la possibilità di accesso al mercato delle novità editoriali”, l’Antitrust suggerisce che, sul modello tedesco, distributori e rivenditori abbiano la facoltà di “non accettare la fornitura quando i quantitativi consegnati risultino manifestamente eccessivi rispetto alle potenzialità di assorbimento della pubblicazione dimostrate nei periodi prevedenti”.