Operazioni al cranio nel Medioevo: la neurochirurgia tra i Longobardi

ROMANS D’ISONZO (GORIZIA), 13 SET – Anche fra i Longobardi c’erano chirurghi esperti in grado di trapanare un cranio senza uccidere il paziente. E’ una delle scoperte fatte dalla campagna di scavo condotta nell’area della più ampia necropoli longobarda dell’Italia Settentrionale, situata nel territorio di Romans d’Isonzo, in provincia di Gorizia.

L’ipotesi è dovuta al ritrovamento dei resti di una donna relativamente giovane con i segni di una trapanazione cranica perfettamente riuscita e di una successiva lesione fatale traumatica alla base del cranio: ”Dobbiamo ancora terminare gli studi – spiega Serena Vitri, l’archeologa che ha seguito lo scavo per la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia – ma sembra proprio che siano i segni di un intervento. La cosa non stupisce, perché la trapanazione del cranio era conosciuta anche in tempi più antichi, ma è la prima volta che si trovano questi segni tra i Longobardi”.

L’undicesimo scavo di Romans ha regalato anche altre informazioni preziose: dalla necropoli sono emerse 38 sepolture di soggetti morti in età infantile o giovanile, disposte su più file e con corredi di notevole ricchezza: ”Sembrerebbe – spiega l’esperta – che all’interno della necropoli i corpi fossero divisi per età. Dalle analisi successive ci aspettiamo di conoscere le caratteristiche dei bambini, come loro livello di vita, l’alimentazione e l’attività fisica”.

Quattro nuovi corredi emersi dalla necropoli verranno esposti dal Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Una sintesi delle attuali conoscenze sull’area sarà invece proposta il 27 settembre, nell’ambito del Convegno Internazionale, organizzato dall’Università di Trento presso il Castello del Buonconsiglio, sulle ”Necropoli longobarde in Italia: indirizzi di ricerca e nuovi dati”.

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Maria Elena Perrero