ROMA – L’Huffington Post è pronto a sbarcare in Europa: lo annuncia la stessa fondatrice del sito americano di notizie nel 2005, Arianna Huffington, intervistata da Ernesto Assante per Repubblica.
Da Cannes, dove la giornalista miliardaria ha incontrato Assante, ha ricordato: “Quando sono venuta per la prima volta a Cannes nel 2006 l’Huffington Post aveva un anno di vita e cinquecentomila lettori. Oggi siamo con Aol e raggiungiamo 200 milioni di persone. Per me è come aver vinto la Palma d’Oro, solo che al festival di Cannes non sono abbastanza avant-garde e non me l’hanno data”.
Una soddisfazione dovuta anche al fatto che proprio pochi giorni fa il suo Post ha superato il numero di utenti unici del New York Times, almeno secondo i dati di comScore, contestati però dallo storico quotidiano.
Da Cannes, dove partecipava alFestival della pubblicità, la signora Stasinopoulos in Huffington (ormai ex): “Il prossimo 6 luglio inaugureremo l’edizione inglese di Huffington Post, poi arriveremo in altri 14 paesi”. E l’Italia? “Non c’è niente di deciso, stiamo cominciando a guardarci intorno e a capire se c’è spazio per un sito come il nostro”.
Quattro mesi fa l’Huffington Post era stato venduto ad America on Line per 315 milioni di dollari: “È il segno che le cose cambiano molto velocemente”, dice a Repubblica, “che i lettori non si accontentano più di avere solo notizie, ma che vogliono partecipare, che la nostra formula, fatta di news, blog e aggregazione è quella giusta e che l’informazione tradizionale deve fare i conti con questa nuova realtà”.
“I lettori non vogliono solo notizie, ma anche partecipare. La nostra formula fatta di blog e di aggregazione è quella giusta”. “Il ruolo cambia, ma nel frattempo Internet sta cambiando alla velocità della luce. L’impatto dei social media è stato grandissimo e causerà ulteriori cambiamenti. Per noi non c’è più differenza tra la nostra vita on line e quella off line, vogliamo trovare in rete la stessa empatia, la stessa civiltà, gli stessi sentimenti che vogliamo per la nostra vita tutti i giorni. Questo vuol dire che cambia anche il nostro mestiere. Il primo fattore è la fiducia, che non viene data più così facilmente alle fonti ufficiali, ma più volentieri ad amici e vicini. Poi c’è l’autenticità: con i social media i lettori sono diventati più raffinati, distinguono meglio il falso dal vero, controllano il tuo lavoro e ti impediscono di mentire. E poi c’è l’impegno. I lettori non vogliono solo le notizie, vogliono essere coinvolti, passioni, sentimenti, battaglie sociali, sono il cuore della conversazione che si stabilisce con loro, una conversazione che deve essere costantemente alimentata”.