Non deve essere una scuola facile, la “Fabio Besta”, se, a quel che riferisce il Corriere, la preside aveva dovuto già, nell’aprile 2010, confrontarsi e agire con fermezza, sospendendola per sei giorni, contro una ragazzina di 14 anni, che aveva creato un gruppo su Facebook per insultare e umiliare una compagna di classe e sospendendo per due giorni altri sei studenti perché si erano iscritti anche loro a quel gruppo di Facebook. Questa volta è entrato in scena lo spraye l’autrice della bravata non solo ha subitolo spruzzo “educativo” della preside, ma anche rischia la sospensione. Ma subito i genitori delle tre ragazze finite in ospedale sono entrati in azione e pensano di denunciare la preside.
Anche in questo caso, qualcuno si è inserito nella vicenda, l’Associazione culturale docenti cattolici, che ha denunciato: «Un altro abuso compiuto da una dirigente scolastica nei confronti dei suoi alunni. Per contrastare un episodio di bullismo dentro la scuola che vedeva tre ragazze protagoniste che usavano lo spray urticante fra di loro, glielo avrebbe preso di mano, e, individuata la studentessa più turbolenta, l’ha usato nei suoi confronti procurandole dolore e gonfiore nelle mani dopo un uso forte della spray. Tutto ciò adducendo come motivazione che solo con tale metodo avrebbe potuto capire il male che procurava ad altri. Di fronte a questo episodio, prendiamo atto che questa preside non conosce il concetto di educazione. Una dirigente che al confronto e al dialogo con gli studenti contrappone la fermezza, il rigore e la linea dura con abusi, illegalità e violenza privata va sospesa subito e trasferita in Provveditorato lontano dagli studenti per evitare ulteriori guai».
Meno male che non propongono il rogo.
