Non bastavano i conti da far quadrare per effetto della crisi, gli italiani devono anche prestare più attenzione alla salute, perché stress, rabbia e timori per il futuro mettono a repentaglio il buon funzionamento del cuore.
A dare l’avvertimento i cardiologi della Sic (Società italiana di cardiologia), riuniti a Roma per il loro 71esimo congresso, che lanciano un appello anche alla classe politica: meglio abbassare i toni, perché l’ansia da 14 dicembre potrebbe mandare in tilt il sistema cardiovascolare. Perdita del lavoro, cassa integrazione, angoscia della quarta settimana, spiega infatti Paolo Marino, presidente della Sic, possono far peggiorare ”lo stato cardiovascolare di chi già è malato o di innescare aritmie, crisi cardiache, arrivando fino all’infarto” in chi ancora non soffre di patologie cardiovascolari.
E le ripercussioni cardiache colpiscono ”in primo luogo i manager che vivono una situazione estremamente stressante non solo per le sorti della propria azienda ma anche per quella dei dipendenti”, soprattutto quando ”devono comunicare a questi ultimi che è giunto il momento di arrendersi alla crisi”. Ma è a rischio anche ”l’esercito delle partite iva, molto presente specie nel nord Italia”. Persone ”che improvvisamente vedono venir meno il loro piccolo o grande volume di affari” e che sotto il peso dello stress rischiano di ammalarsi anche di cuore.
Certo, le preoccupazioni della politica non sono esattamente le stesse, ma ”ansia, tensione, accuse reciproche di tradimento, collera e incertezza sul futuro in attesa del ‘giorno del giudizio”’, dice ancora Marino, provocano una ”tempesta simpato-adrenergica”. E l’adrenalina in eccesso può essere ”un pericolo per cuore e cervello” di deputati e senatori.
Se non altro, la tanto criticata chiusura di Montecitorio in attesa del 14 dicembre ”può essere utile a stemperare il clima” e può essere letta ”come una specie di pausa-salvavita”. In ogni caso, qualche controllo in più non farebbe male. Proprio la prevenzione è al centro delle attività della Sic, che ha avviato un progetto pilota di screening sui giovani, con uno studio su 1000 studenti romani. I ragazzi dell’ultimo anno delle scuole superiori della Capitale nel 17 per cento dei casi hanno fatto registrare ”anomalie” nell’elettrocardiogramma, e sono stati invitati a fare altri accertamenti. Stando alle dichiarazioni dei ragazzi, poi, 4 su 100 fumano più di 10 sigarette al giorno, e 12 su 100 abusano con l’alcol. Quanto alle droghe ”solo il 9 per cento ha ammesso di farne uso. Un dato – dicono alla Sic – che desta grande sospetto”.
