ROMA – Dagospia contro Diego Della Valle: col solito stile sarcastico e pungente, il sito di Roberto D’Agostino ha commentato l’intervento dell’imprenditore marchigiano. Della Valle aveva scritto una lettera (pubblicata dal Corriere della Sera) che è stata etichettata come “manifesto dell’antipolitica”. Dagospia la etichetta invece come “manifesto del qualunquismo”.
Dagospia lo chiama a tal proposito “Diego Laqualunque”. Ecco come era stata commentata la lettera sul sito di “Dago”: «Diego Laqualunque pubblica un proclama alla nazione scritto con i piedi e con le scarpe (“gli” al posto di “loro”) il cui succo è: io so’ io e voi non siete un cazzo». Con aggiunta al veleno: «Tanto qualunquismo da marchigiano ripulito per far dimenticare all’ombra di quale fior di politico si è fatto largo nella finanza e nel palazzo: Mastella».
E dopo che un imprenditore ha scritto, sempre sul Corriere, una lettera di replica che critica Della Valle, D’Agostino non ha perso l’occasione per rincarare la dose, a modo suo: “DIEGO LAQUALUNQUE SPUTTANATO (HOGAN ALLA CINESE?) DA UNA LETTERA AL “SUO” CORRIERE DELLA SERA: “IO SONO UN IMPRENDITORE E VORREI PORRE AL DOTTOR DELLA VALLE UNA DOMANDA. CHE COSA HA FATTO, A PARTE LE SUE NUMEROSE PRESENZE IN TV IN VESTE DI PALADINO DEL “MADE IN ITALY” – ANCHE SE MI RISULTA CHE GRAN PARTE DEI SUOI PRODOTTI VENGA REALIZZATA ALL’ESTERO – PER DIFENDERE I POSTI DI LAVORO IN ITALIA, PER TUTELARE I DIRITTI DEL CONSUMATORE A CONOSCERE DOVE TUTTI I PRODOTTI IN COMMERCIO SONO STATI REALIZZATI, PER CONTRASTARE LA LEGGE “TRUFFA” REGUZZONI-VERSACE PROPRIO CONCEPITA PER FAVORIRE CHI NEL SETTORI ABBIGLIAMENTO-CALZATURE EFFETTUA FASI IMPORTANTI DI LAVORAZIONE ALL’ESTERO. GENTILE DOTTOR DELLA VALLE, IL SUO POTERE ECONOMICO È INDISCUSSO, MA ALMENO QUANDO PARLA O SCRIVE SI RENDA CONTO CHE ALLE SUE PAROLE O AI SUOI SCRITTI DOVREBBERO FARE RISCONTRO ALTRETTANTI COMPORTAMENTI IN DIFESA DEL VERO E SOLO “MADE IN ITALY”, QUELLO FATTO UNICAMENTE E TOTALMENTE IN ITALIA” – 2- IL SUO ‘’LUSTRASCARPE’’ MASTELLA NEGA QUALSIASI SMANIA POLITICA O VOGLIA DI CONFINDUSTRIA. LO HA FATTO SOLO PER VENDERE PIU’ SCARPE? UNA MOSSA PUBBLICITARIA? – 3- “D’ACCORDISSIMO COL MANIFESTO DI DELLA VALLE SE NON L’AVESSE SCRITTO DELLA VALLE”.
D’altronde, che tra Dago e Della Valle non corresse buon sangue, è cosa risaputa. Paola Setti sul Giornale ripercorre la storia degli “scazzi” tra i due. Tutto ebbe inizio nel 2009, quando in estate ebbe visibilità la canzone “Dagostrunz”, scritta, si disse, “da tal Mario Del Viale, amico dell’imprenditore”. Nel testo si parlava del «giornalaio viscido» col «cervello dedito allo scazzo», «squallido e schizzato» e «sfigato».
Furiosa, scrive la Setti, fu la reazione di Dago: «Sono strunz e me ne vanto. Nella vita bisogna scegliere se essere servi o stronzi. Io ho scelto di essere stronzo piuttosto che leccaculo. Nella vita c’è chi ha palle e chi ha i pallini. Salutame ’a soreta».
La lettera di Della Valle è stata criticata anche dalla Fiat per bocca di John Elkann.