Dante all’Inferno picchia duro col mouse per riprendersi Beatrice

Dante's Inferno

Per varcare l’Acheronte Dante Alighieri ha avuto bisogno di un passaggio di Caronte, l’infernale traghettatore di anime dagli “occhi di bragia”. In Dante’s Inferno, videogioco ispirato alla prima cantica del poeta fiorentino, le cose non funzionano esattamente così: della compagnia del demone Dante non ne vuole sapere e allora preferisce tagliargli di netto la testa con un colpo di falce.

Quello della Electronic Arts, la casa che ha sviluppato e prodotto il gioco, è una versione della Commedia decisamente più movimentata: i diavoli del videogioco, infatti, non sembrano particolarmente disposti ad accogliere Dante come ospite di passaggio e all’Inferno vogliono farcelo rimanere. Il poeta dal canto suo, parla poco e mena le mani di santa ragione per farsi strada tra un diavolo corazzato e un altro.

A voler essere puntigliosi di scelte poco ortodosse nel videogioco ce ne sono diverse: l’unica cosa davvero simile alla Divina Commedia è l’Inferno, in cui bisogna scendere girone per girone, e buona parte dei protagonisti che lo abitano.

Lo stesso Dante, poi, non è un poeta ma un guerriero che se ne torna a casa senza tanta gloria dopo la terza crociata e la battaglia di San Giovanni d’Acrì. Le date non coincidono granchè: la battaglia in questione è del 1191, il poeta nasce oltre 70 anni dopo,  ma è poco più che un’inezia.

Il Dante battagliero viene pugnalato alle spalle da un saraceno e la Morte in persona gli annuncia la sua dannazione. Il poeta guerriero, però, contesta il verdetto, sconfigge “l’oscura mietitrice” le ruba la falce e fa ritorno a casa dove trova la sua Beatrice assassinata.

Una morte orribile di cui – contrappasso un po’ sui generis ma funzionale alla narrazione – è responsabile lo stesso protagonista. Durante la Crociata, infatti, Dante violenta una saracena e quindi, per riprendersi Beatrice, deve percorrere tutto l’Inferno.

Armato della falce sottratta alla morte e di una croce che fa miracoli diventando sempre più potente man mano che ci si avvicina al maligno il poeta guerriero incontra tutti le anime dannate descritte nella Commedia. Non solo: ripulito ogni girone, con un autentico atto di revisionismo ludico, il giocatore può scegliere se confermare la dannazione o “salvare” il personaggio che ha di fronte. Non tutto è perduto, insomma, neppure per Paolo e Francesca o per il conte Ugolino.

Non sarà il commento di Natalino Sapegno ma Dante’s Inferno qualche informazione sul capolavoro del poeta la dà. E c’è da scommettere che, tempo qualche mese, tanti adolescenti diventeranno profondi conoscitori dell’Inferno dantesco. Un indizio? Digitando su Google Dante Alighieri si ottengono poco più di due milioni di risultati, digitando Dante’s Inferno oltre venti.

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Emiliano Condò