Prosegue Zacché: “Allora l’impressione è che ci sia una strategia, perché il Della Valle di questo inizio decennio è una figura diversa e più forte del passato, che può provare ad al¬zare la posta e spezzare i vecchi equilibri con una sorta di «ma¬nifesto post bancario », nel qua¬le si decreta la fine del potere, soprattutto personale, derivan¬te dal sistema bancocentrico, a favore di chi i capitali ce li met¬te in proprio”.
“Un manifesto che vede da un lato le banche ridi¬mensionate dalla crisi finanzia¬ria; dall’altro imprese come la Tod’s che proprio con la crisi è diventate una multinazionale del Lusso: i conti 2010 (fattura¬to in crescita del 10%) sono sta¬ti accolti dal mercato come as¬sai meglio delle attese. Mentre il titolo è entrato nell’indice Ft¬seMib e Della Valle è da poco diventato il primo socio di Saks, negli Usa. Aggiungiamo il recente clamoroso successo dell’operazione Colosseo, che verrà restaurato grazie ai 25 mi¬lioni della sponsorizzazione della Tod’s, e il cerchio si chiu¬de: [Della Valle] ci tiene a rimarcare che chi pensa di ave¬re a che fare con un portatore d’acqua, si sbaglia. Nelle scel¬te, nella gestione, nelle nomi¬ne, bisognerà fare i conti con lui”.