Nel tempo i ragazzi osservati hanno iniziato a presentare disordini di carattere autistico, depressione, fobia sociale e stress post traumatico. Sintomi che, secondo il dottor Basu, si manifestano proprio durante le ore trascorse davanti al pc.
“Sfortunatamente – spiega il medico – l’attuale sistema diagnostico non prevede come malattia la dipendenza dal pc”. Il fenomeno, già diffuso in Cina e Corea del Sud, secondo lo specialista, sta iniziando ad interessare in modo rilevante anche l’Australia. La conclusione di Sabu è chiara: “Quella delle ore passate quotidianamente al computer dovrebbe diventare una domanda di routine durante una visita medica, così c0me quando si chiede ad un paziente se faccia uso di cannabis o alcool”.