Ritanna Armeni commenta per il Riformista l’ultima puntata della trasmissione tv “Vieni via con me”, di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Quella di Armeni una voce almeno in parte fuori dal coro ed è particolarmente critica sul modo in cui la trasmissione tratta i temi più vicini alle donne.
La Armeni premette di non essere “tra i fan della trasmissione”, pur facendo “parte dei nove milioni che la seguono. Non mi trascina, non mi diverte se non in alcuni casi, la mia assomiglia all’attenzione dell’entomologo”.
Riconosce anche “che tanta parte degli italiani e – suppongo – tanta parte della sinistra con quella trasmissione si identifica, la attende, la ama. È un fenomeno di massa, è una manifestazione politica virtuale, serve a riconoscersi a creare e rinnovare delle relazioni. Il giorno dopo se ne parla con i colleghi o con la mamma, se ne discute col barista, ci si confronta con gli amici”.
Però lunedì sera la “serena anche se critica disposizione alla comprensione” della Armeni ha vacillato: “Fra presentatori, comici, ministri, immigrati, a parte il toccante intervento di Ilaria Cucchi sorella di Stefano, la presenza delle donne era ridotta a quasi zero”. Delle donne, dice Armeni, si è parlato “a parte, in una nicchia della trasmissione che fino ad allora aveva avuto solo presenze di uomini”.
Graffiante e crudele osservazione: “Laura Morante legge un elenco di una giovanissima che racconta quello che vorrebbe che le donne potessero liberamente fare. Per esempio, si insiste molto sulla possibilità di indossare minigonne senza essere disturbate. A me pare che le giovani donne e anche le meno giovani si vestano come vogliono. E che oggi, fra scollature abissali e jeans che lasciano vedere il lato b, la minigonna sia un abbigliamento da educanda. Va bene il format e il format, ma un giro sugli autobus all’uscita delle scuole gli autori almeno una volta non potrebbero farlo?”
Armeni insiste: “Un format è un format era stato spiegato da Fazio all’inizio. E non importa se in nome di questo dopo un lunghissimo mono- logo in cui Roberto Saviano aveva efficacemente accusato il Nord di invadere di spazzatura il Sud, nessuno aveva chiesto qualche delucidazione e qualche risposta al ministro dell’Interno, leghista e nordista. Che era lì, presente e vivo. Il format non lo prevede, il ministro doveva fare un elenco sulla lotta alla criminalità e quindi si trascura allegramente il fatto che era stato appena spiegato che fra criminalità e rifiuti c’era una legame neppure tanto sottile”.
Così, anche se il format è il format, qualcosa “disturba” Ritanna Armeni, qualcosa nella scansione dei temi “non funziona”. La risposta Armeni se la dà ricordando “quegli elenchi che si facevano nelle riunioni, nei comizi, quando i leader, maschi naturalmente, dopo aver parlato della questione internazionale, della situazione politica facevano – anche quello era un format – l’elenco degli altri problemi da affrontare ed enumeravano i giovani, i vecchi, le donne e gli handicappati”. cioè “l’elenco degli sfigati”.
Qualcosa non va “nella funzione liturgica della sinistra politicamente corretta”. La risposta la Armeni se la dà quando è sollecitata dalla e mail di una amica la quale osserva come le donne siano state collocate insieme con gli handicappati, e pertanto “ai gay è andata meglio”: “Il format è il format”.