E’ stato trasportato d’urgenza con l’elicottero da Torino a Roma, sono state prese eccezionali misure di sicurezza per evitare contagi, ma che cosa veramente abbia provocato la febbre emorragica al cittadino senegalese non è ancora dato sapere.
Nel frattempo migliorano le condizione dell’uomo, 44 anni, trasportato dall’Aeronautica militare da Torino la notte scorsa all’Istituto nazionale Spallanzani di Roma con il sospetto di una febbre emorragica di origine sconosciuta: le analisi effettuate dai laboratori dell’Istituto hanno confermato che non si tratta del virus Ebola, tra le forme più gravi di febbri emorragiche. L’uomo non sarebbe in pericolo di vita.
E gli esperti, intanto, rassicurano: i rischi di diffusione per questo tipo di infezione virale sono ridotti. Il caso ha però accesso il confronto anche politico, con la Lega che sprona a «monitorare i clandestini» ed il Pd che invita invece a «non accusare gli stranieri».
L’uomo, ricorda l’Istituto, è in Italia da 20 anni, ed era rientrato in Italia il 3 ottobre dopo un soggiorno nel paese di origine. Intanto, a Torino i due coinquilini dell’uomo senegalese sono stati messi sotto sorveglianza e lo stesso trattamento è stato adottato anche per i medici e gli infermieri dell’ospedale Amedeo di Savoia, dove l’uomo è stato ricoverato mercoledì scorso.
Tutti al momento, precisano le autorità sanitarie, godono di buona salute. L’uomo non avrebbe avuto contatti con altre persone.
Per il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Giovanni Rezza, il rischio di diffusione delle febbri emorragiche, infezioni virali di solito trasmesse da insetti, è in genere «limitato e improbabile», e la trasmissione può talvolta verificarsi solo a seguito di contatti stretti e soprattutto di tipo intra- ospedaliero, ovvero per il personale sanitario eventualmente entrato in contatto con materiali e liquidi organici del paziente.
Ma le notizie positive provenienti dallo Spallanzani non calmano la Lega. Secondo Mario Borghezio, il caso dell’immigrato senegalese colpito da sospetta febbre emorragica «è la punta dell’iceberg di una realtà molto preoccupante di insicurezza sanitaria riguardante i ghetti urbani dell’immigrazione». L’europarlamentare della Lega Nord, chiede «un monitoraggio» delle condizioni in cui vivono gli immigrati nelle città e, in particolare, i clandestini.
Replica a Borghezio il deputato del Pd e vicepresidente della commissione Affari europei Enrico Farinone: «Vanno bene i controlli sanitari, ma non mettiamo all’indice gli stranieri, chi ha pelle nera. È assurdo dire che il caso è la punta dell’iceberg di una realtà molto preoccupante di insicurezza sanitaria. I controlli sanitari vanno fatti ma al di là dell’etnia e del colore della pelle».