Festival di Sanremo, tra Pupo e il principe mancava Lapo

I protagonisti assoluti dell’edizione numero 60 del Festival di Sanremo sono stati Pupo e il principe Emanuele Filiberto. In trio col tenore Luca Canonici hanno cantato il loro amore per l’Italia e per i patrii valori. Fantastico. Nemmeno la Gialappa’s, esclusa dalla kermesse a pochi giorni dal via, avrebbe saputo immaginare di meglio.

Un ex giocatore d’azzardo, sposato e con “amante istituzionale” da 20 anni, che canta il suo attaccamento alla famiglia. E lo canta al principe che guarda caso è figlio di un imputato sotto processo per una storia di videopoker: geniale. Il rampollo della famiglia reale, a sua volta, racconta la sofferenza per l’esilio forzato e “dorato”, ma sofferto perché lui ama l’Italia. E Pupo gli dà subito manforte, ricordando che non bisogna dimenticarsi di chi «ha sofferto veramente».

Fin qua la sceneggiatura è perfetta: la nota stonata però è dietro l’angolo. Cosa c’entra in questo contesto Luca Canonici? Non sarebbe stato più opportuno un personaggio come Lapo Elkann? Magari si sarebbe potuto modificare il testo del brano inserendo una strofa dedicata al “rilancio del Made in Italy” nel mondo. Chissà che anche lui non avesse necessità di gridare l’amore per la Madrepatria «davanti al mondo e a Dio».

Alberto Francavilla

Published by
Alberto Francavilla