– ROMA, 31 MAG – Le quantita' non sono ovviamente paragonabili a quelle di Fukushima, ma anche chi accende una sigaretta produce una vera e propria nube radioattiva, deleteria per se stesso e per chi gli sta intorno. A produrla e' il polonio accumulato nel tabacco a causa dei fertilizzanti, che uno studio coordinato dall'Istituto Superiore di Sanita' e presentato in occasione della Giornata Mondiale contro il Fumo ha trovato in quantita' rilevanti nelle sigarette piu' vendute. Nell'ambito del progetto Help-Mild, in collaborazione con l'Universita' di Bologna e con l'Enea, sono state campionate le dieci marche di sigarette piu' vendute (Chesterfield Rosse, Winston Blu, Diana Blu e Rosse, Merit Gialle, Camel Blu, Ms Gialle e Rosse, Marlboro Rosse e Gold) alla ricerca del polonio 210 e del suo precursore, il piombo 210. In tutte sono state trovate approssimativamente le stesse quantita' dei due isotopi, in media 13,5 mBq per il piombo e 15 mBq per il polonio per ogni sigaretta: "Partendo da questo dato il rischio biologico per un fumatore di 20 sigarette al giorno per un anno e' paragonabile a quello di 25 radiografie al torace – spiega Vincenzo Zaga', pneumologo dell'Ausl di Bologna, che ha curato lo studio – questo vuol dire che circa 5mila tumori l'anno sono attribuibili al solo polonio, che e' un iniziatore del cancro al polmone, senza contare le altre sostanze nocive nelle sigarette". Il polonio viene assorbito dalle piante di tabacco soprattutto a causa dei fertilizzanti usati. Quando si fuma la sigaretta viene inalato nei polmoni dove si fissa soprattutto nei bronchi, dove manifesta la sua attivita' cancerogena: "Uno dei misteri legati ai tumori provocati dal fumo e' la grande percentuale, circa il 25%, di patologie sviluppate dagli ex fumatori che in teoria non sono piu' esposti – continua l'esperto – ma il piombo che si fissa nei polmoni lentamente decade in polonio, che a sua volta emette le radiazioni alfa. Questo processo dura per decine di anni, e potrebbe spiegare il fenomeno". I metodi per diminuire la radioattivita' delle sigarette ci sarebbero, sottolinea Zaga', ma in assenza di un limite fissato per legge e' molto difficile che le aziende da sole decidano di investire in questo senso: "C'e' da notare che prima del 1999, quando tutti i documenti delle aziende produttrici sono stati desecretati, la quantita' era 10 volte piu' alta – spiega – poi e' drasticamente diminuito ma rimane elevato. Per abbassarlo si potrebbe limitare l'uso dei fertilizzanti e sostituirli con quelli a abse di ammonio fosfato, usare filtri in resina per le sigarette o studiare piante Ogm per ridurre i tricomi, gli organi della pianta dove si accumulano gli isotopi". La ricerca proseguira' sia sul fronte sanitario, per capire quanti gli isotopi rimangono nei polmoni, sia su quello ambientale: "Ora ci dedicheremo anche ai mozziconi – conferma Zaga' – ogni anno ne vengono abbandonati 72 miliardi, e non sappiamo quanto polonio potrebbero contenere". .
