Nucleare, per le radiazioni leucemie anche dopo anni

ROMA – Come insegna l’esperienza di Chernobyl, tra gli effetti a lungo termine dell’esposizione alle radiazioni i peggiori sono la leucemia e l’aplasia midollare, una malattia del midollo osseo molto simile alla leucemia, che si possono manifestare anche a distanza di tempo. Lo afferma Giorgio Dini, direttore del dipartimento di Ematologia e Oncologia pediatrica dell’istituto Gaslini di Genova, che ha curato diversi piccoli pazienti provenienti dall’area colpita dal disastro 25 anni fa.

“Entrambe queste patologie richiedono un trapianto di midollo, anche se la leucemia oggi può essere trattata nel 90% con la chemioterapia – spiega l’esperto – queste malattie si possono manifestare subito, nelle persone esposte a grandi dosi di radiazioni, oppure dopo qualche anno nel caso in cui l’esposizione sia stata minore”.

L’istituto genovese ha curato una decina di pazienti dall’area di Chernobyl, l’ultimo dei quali lo scorso anno: “Questo non sarà il caso del Giappone – continua Dini – dove l’assistenza medica è più che adeguata e dove verranno curati gli eventuali malati. Curiosamente il primo trapianto di midollo in Europa è stato fatto proprio a causa di un incidente nucleare, avvenuto negli anni ’50 nella ex-Jugoslavia. In quel caso si tentò l’operazione su alcuni scienziati, ma non si conosceva ancora l’Hla, cioè l”impronta digitale’ che differenzia il midollo di diverse persone e che rende necessario trovare quelle compatibili per il trapianto. Furono quindi trapiantati a caso, e purtroppo morirono tutti”.

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Maria Elena Perrero